Banche e assicurazioni assieme hanno capienza fiscale per acquistare 17,4 miliardi di bonus edilizi nel 2023: lo ha confermato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in audizione sul Decreto Cessioni (DL 11/2023). Molti istituti di credito hanno ancora ampi margini a disposizione per queste operazioni e la capacità fiscale residua delle compagnie assicurative è addirittura superiore a quella delle banche. Dovrebbero quindi essere in grado di assorbire le attuali rate delle imprese di costruzioni.
I dati sono importanti, perchè è in base a questi elementi che si possono valutare le potenzialità della ripartenza – almeno temporanea – del mercato delle cessioni, come è noto incagliato da mesi a causa della scarsa capienza fiscale degli istituti di credito. Vediamo esattamente la situazione.
La situazione attuale
Lr cessioni del credito ( che riguarda tanto le opere con Superbonus quanto quelle in edilizia libera in precedenza ammesse alle opzioni alternative alla detrazione) non sono più possibili per i lavori non ancora avviati, deliberati o con richiesta di titolo edilizio al 17 febbraio. Nel caso in cui la prima cessione fosse già stata effettuata, non interviene il blocco. Significa che possono preseguire il precedente iter le imprese che avevano già applicato lo sconto in fattura entro il 16 febbraio: il loro credito continua a essere cedibile.
Crediti edilizi, capacità delle banche
I dati forniti dal direttore dell’Agenzia delle Entrate fotografano l’attuale stato del mercato. «Considerando le rate dei bonus edilizi attualmente a disposizione delle banche per il 2023, pari a circa 9,5 miliardi di euro – spiega Ruffini – risulterebbe una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per circa 7,2 miliardi di euro su base annua».
Come si arriva a questa cifra? In base ai dati dei modelli F24 presentati nel 2022, «risulta che le banche hanno versato 20,4 miliardi di euro di tributi e contributi, che possono ragionevolmente ritenersi ricorrenti, e hanno utilizzato in compensazione crediti per complessivi 3,7 miliardi di euro, altrettanto ricorrenti (diversi dai bonus edilizi)». La cifra di 7,2 miliardi di euro si ottiene sottraendo ai debiti ricorrenti, pari come detto a 20,4 miliardi, la rata anno 2023 bonus edilizi, 9,5 miliardi, e i crediti ricorrenti, 3,7 miliardi.
Applicando la stessa metodologia agli anni successivi, prosegue Ruffini, le banche avrebbero una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi su base annua, in media pari a:
- 6,9 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026 (debiti ricorrenti 20,4, meno rata media anni 2024/2026 bonus edilizi 9,8, meno crediti ricorrenti 3,7);
- 15 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2031 (debiti ricorrenti 20,4, meno rata media anni 2027-2031 bonus edilizi, 1,7 meno crediti ricorrenti 3,7).
Bonus edilizi, capacità delle assicurazioni
Passiamo alle compagnie di assicurazione. In questo caso, le rate dei bonus edilizi attualmente a disposizione per il 2023 sono pari a 1,0 miliardi di euro (1.018,5 milioni di euro), quindi «risulterebbe una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per 10,2 miliardi di euro su base annua (debiti ricorrenti 13,5, meno rata anno 2023 bonus edilizi 1,0, meno crediti ricorrenti 2,3).
Negli anni successivi la capacità di acquistare ulteriori bonus edilizi su base annua è la seguente:
- 10,2 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026 (debiti ricorrenti 13,5, meno rata media anni 2024/2026 bonus edilizi 1,0, meno crediti ricorrenti 2,3);
- 11,2 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2031 (debiti ricorrenti 13,5, meno crediti ricorrenti 2,3), tenuto conto che, per tale periodo, le rate dei bonus edilizi attualmente in capo alle compagnie di assicurazione sono pressoché trascurabili.
Come si evince dai numeri, le compagnie di assicurazione hanno per ora acquistato meno crediti edilizi e hanno maggiore capacità di effettuare nuove operazioni rispetto alle banche.
L’analisi dell’Agenzia delle Entrate
Ruffini fornisce anche un ulteriore elemento: tutte le compagnie assicurative hanno ancora capacità di acquistare crediti edilizi, mentre per le banche la situazione risulta differenziata rispetto ai singoli istituti. «E’ stato rilevato che alcune banche hanno sostanzialmente esaurito la “capienza fiscale” per l’acquisto di ulteriori crediti, mentre altre avrebbero ancora ampi margini per ulteriori operazioni». Si osserva anche che ci sono compagnie assicurative di ampie dimensioni che, pur avendone in teoria la capacità, non risultano finora aver acquistato e mantenuto in portafoglio bonus edilizi.
In ogni caso, ed è questa la considerazione fondamentale, in base all’analisi dei dati sopra esposti, «si può ragionevolmente ritenere che le rate annuali dei crediti in capo alle imprese del settore delle costruzioni, potrebbero essere assorbite dal sistema bancario e assicurative». Ragionevolmente, e non sicuramente, perchè «l’amministrazione finanziaria non conosce i dati delle operazioni di cessione non ancora concluse e, quindi, non ancora comunicate alla Piattaforma».