L’ipotesi è quella di selezionare alcuni beni sui quali non far pagare l’IVA prevedendo un’aliquota pari a zero sull’esempio di quanto sperimentato durante il Covid per i vaccini: il Governo sta valutando questa possibilità nell’ambito della riforma fiscale, che è attesa in Consiglio dei Ministri nella prima metà di marzo.
Le anticipazioni sull’esenzione IVA arriva dal viceministro Maurizio Leo, che ne ha parlato in occasione del convegno dei commercialisti sui 50 anni dell’imposta sul valore aggiunto. Leo ha anche fornito altri elementi sulla riforma, dall’ipotesi di riduzione delle aliquote IRPEF da quattro a tre al taglio IRES.
La revisione delle aliquote IVA
La legge delega prevederà un generale riordino dell’IVA, all’insegna dell’allineamento alle indicazioni che in questo senso arrivano dal’Europa con probabile revisione delle aliquote IVA. Per quanto riguarda l’esenzione IVA, non ci sono dettagli sui beni ai quali applicare l’aliquota zero. Solo l’indicazione generale, del viceministro, di prevedere «l’esenzione con diritto alla detrazione introdotto per i vaccini».
Potremmo selezionare i beni muovendoci in direzione coerente con le regole comunitarie.
Il viceministro parla di un’opera di armonizzazione: «nel settore alimentare, ad esempio, abbiamo il 4% per il pane, il 10% per la carne e il pesce e un 22% per una bottiglia d’acqua minerale», quindi «andare a razionalizzare è assolutamente necessario».
I criteri per la riforma IVA
Razionalizzazione e revisione del regime sanzionatorio, amministrativo e penale sono al centro delle richieste dei Commercialisti. Secondo il Presidente del Consiglio Bazionale, Elbano de Nuccio, «il processo di adeguamento della disciplina interna ai principi fondamentali di matrice unionale che sono alla base dell’imposta e del corrispondente regime sanzionatorio non può dirsi ancora pienamente realizzato».
Anche perché «in più di un’occasione, i principi di neutralità, effettività e proporzionalità sono stati infatti sacrificati dal Legislatore e dalla Giurisprudenza sull’altare delle sacrosante finalità di contrasto alle frodi IVA e ai fenomeni evasivi ed elusivi, ma talvolta senza salvaguardare adeguatamente i contribuenti in buona fede. Si pensi, innanzitutto, al meccanismo dello split payment e a talune applicazioni del meccanismo del reverse charge».
I rilievi dei Commercialisti
Fra i punti critici dell’attuale normativa, i Commercialisti segnalano i rimedi per il recupero dell’IVA non dovuta, erroneamente indicata in fattura, alcune decadenze dal diritto di riporto a nuovo del saldo a credito della dichiarazione annuale. E il regime sanzionatorio, che secondo il Tesoriere nazionale delegato alla fiscalità, Salvatore Regalbuto, dovrebbe garantire «maggiore proporzionalità rispetto alla gravità delle violazioni commesse e un miglior coordinamento delle stesse». Fra le proposte: «intervenire prioritariamente eliminando o riducendo fortemente il cumulo delle sanzioni per infedele dichiarazione con quelle previste per le violazioni prodromiche di omessa fatturazione ovvero di indebita detrazione, eliminando altresì la rilevanza penale dell’omesso versamento dell’imposta dichiarata e riscrivendo le sanzioni in materia di erronea applicazione del meccanismo del reverse charge».
I numeri dell’evasione IVA
Il Presidente dell’Ordine dei commercialisti di Roma, Giovanni Battista Calì, ha ricordato i dati europei sul «VAT compliance gap, cioè l’IVA non incassata per effetto di frodi o evasioni ma anche per insolvenza del debitore o altri fenomeni». Nel 2020, «è stato pari nell’Unione Europea al 9,1%», mentre in Italia l’indice si è attestato al 20,8%, «al terzultimo posto dopo Romania e Malta. Segno che nel nostro Paese occorre una normativa più chiara e stabile per impedire fenomeni di frode o evasione».
Altre misure in Riforma fiscale
Nella delega per la riforma fiscale gli obiettivi sono tanti, alcuni dei quali di medio-lungo periodo come il taglio di 5 punti per il cuneo fiscale. Per altri, come la riduzione delle aliquote IRPEF, i tempi sono invece più maturi. Così come per il riordino delle dettrazioni fiscali, di pari passo con quello degli incentivi alle imprese (Codice unico). Per l’imposta sul reddito delle società (IRES) si sta programmando una revisione dell’impianto normativo ed una riduzione dell’aliquota, che al momento è al 24%. L’obiettivo è anche quello di attirare investimenti esteri incentivando le aziende straniere con un Fisco più agevolato.
Per quanto riguarda i prossimi step, che in base alle anticipazioni riguardano dunque l’IVA, il Viceministo Leo ha infine confermato che la riforma fiscale è davvero imminente:
siamo alacremente al lavoro per portare la delega fiscale in Consiglio dei ministri nella prima quindicina di marzo.
E’ sostanzialmente la conferma di una tempistica di cui si era parlato nelle scorse settimane.