Se ancora ci fosse qualcuno a dubitare dell’importanza del commercio elettronico nel Sistema Italia, una conferma del suo valore strategico arriva dall’ultimo studio Netcomm–Ambrosetti. La rete valeva 68 miliardi già nel nel 2020, al primo posto tra le 99 attività economiche italiane per variazione dell’incidenza sul fatturato complessivo del settore privato, pesando per il 40,6% del suo incremento nel quinquennio 2016-2020.
Nel post Covid il tasso si è accresciuto di ulteriori 4,4 punti annui, portando i ricavi dell’e-commerce italiano a quota 71 miliardi di euro nel 2021. Rispetto alle cifre pre-pandemia, l’incremento è del 20%.
Sono le principali evidenze della seconda edizione dello studio “Il ruolo e il contributo dell’e-commerce e del digital retail alla crescita dell’Italia”, condotto dal Consorzio del Commercio Digitale in Italia), in collaborazione con The European House – Ambrosetti, da cui emerge come canale tradizionale e digitale collaborino in un orizzonte strategico di crescita del business, con investimenti focalizzati su digital marketing ed export.
Il mercato e-commerce
La value chain e-commerce e digital retail si articola in due macro-aggregati: le vendite online (formata da marketplace e retailer totalmente o parzialmente attivi sul canale online ma anche da piattaforme pubblicitarie, servizi integrati per la presenza web e attività di customer care) e i servizi a supporto delle attività di e-commerce tra cui logistica, packaging e sistemi di pagamento.
I segmenti dell’e-commerce
Il segmento delle vendite online nel 2020 ha registrato un fatturato di quasi 41 miliardi di euro, e cresce del 13,1% medio annuo dal 2016. Occupa circa 175mila lavoratori, valore in crescita costante dal 2016, ad un tasso annuo del 7,6%. Comprende 673mila imprese distribuite in tutta Italia, con una lieve prevalenza nel Nord-Ovest (28%) e nel Centro Italia (27%). Come per il comparto complessivo, il 57% del fatturato delle vendite online si concentra nel Nord-Ovest, in particolare in Lombardia.
La crescita maggiore riguarda i servizi integrati per la presenza web, sia per fatturato (+27,6% medio annuo) che per numero di occupati (+26,9% medio annuo), seguiti da marketplace, piattaforme di pubblicità online e attività di customer care.
I servizi a supporto dell’e-commerce e del digital retail in Italia al 2020 hanno invece registrato un fatturato di 27 miliardi di euro, la crescita media annua dal 2016 è del 13,6%, il settore occupa circa 203mila lavoratori, in crescita dal 2016 ad un tasso medio annuo del 15,9%. Comprende circa 50mila imprese localizzate in tutto il Paese, con una lieve prevalenza nel Mezzogiorno (34%) e nel Nord-Ovest (26%). Circa la metà (43%) del fatturato si concentra nel Nord-Ovest, anche qui con la leadership della Lombardia.
Qui il segmento con il maggior incremento è la logistica, fatturato +13,7% medio annuo e numero di occupati +16,1%, seguita dal riciclo/riuso degli imballaggi e dal packaging.
I numeri dell’e-commerce
La somma di questi due settori porta ai 68 miliardi di fatturato 2020. La stima 2021 è di una ulteriore crescita del 4,4%, a quasi 71 miliardi di Euro di fatturato, +95% dal 2016. Oltre la metà di questo fatturato è generato da imprese di grandi dimensioni, a dimostrazione die margini di crescita ancora esistenti per le PMI. Interessante il dato sul B2B online, che fattura più di 330 miliardi, con un pro-quota medio applicato pari a 15,8%.
Nella classifica dei 99 settori analizzati per variazione relativa dell’incidenza sul fatturato del settore privato, che esclude edilizia, energia ed estrazione di prodotti petroliferi, l’e-commerce è seguito dal commercio all’ingrosso e dalla metallurgia.
Altri dati: il moltiplicatore economico della filiera dell’e-commerce e del digital retail è pari a 2,48. Significa che per ogni 100 euro investiti se ne generano ulteriori 148 nel resto dell’economia. Positivo anche il moltiplicatore in termini occupazionali: per ogni 100 unità di lavoro generate in modo diretto dalle attività dell’e-commerce e del digital retail, si attivano ulteriori 141 unità di lavoro.
I benefici per le imprese
Le imprese del settore indicano come fondamentali obiettivi di business da raggiungere grazie all’e-commerce il rapporto diretto con la clientela (per un quarto dei rispondenti attivi nel canale B2B e per il 22% attivo nel canale B2C) e un’esperienza più completa e soddisfacente per il cliente (soprattutto in chiave multicanale nel segmento B2C).
Sul fronte degli investimenti per il futuro, al primo posto il digital marketing, sia per il canale B2B (38,5% del panel) sia per il canale B2C (23,9% del panel). Seguono il miglioramento della user experience, in particolare il sito di e-commerce (23,1% del panel B2B, 22,9% per il B2C), e l’incremento della presenza su marketplace B2B (15,4%), mentre per le imprese B2C l’incremento del team dedicato al canale e-commerce (22,2%).
Le proposte per potenziare l’e-commerce
Per sostenere la filiera Netcomm e The European House individuano tre ambiti d’intervento:
- politiche di sviluppo industriale: destinando fondi PNRR agli investimenti tecnologici delle imprese, a partire dai 13,4 miliardi di euro previsti dal Piano Transizione 4.0, includendo un esplicito riferimento alle tecnologie immateriali;
- upgrade di competenze e tecnologie digitali: finanziamenti alle imprese per la formazione tramite corsi certificati di nuove risorse da assumere al termine del programma.
- Rafforzamento del digital export: incoraggiare accordi con marketplace ed e-Tailer internazionali B2C e B2B per la promozione in vetrine “Made in Italy” e semplificare gli adempimenti doganali tramite procedure accelerate.