Accanto alla riforma del Reddito di Cittadinanza, il Governo procede al completamento della riforma per le misure a sostegno degli anziani non autosufficienti. A mettere ordine nella materia è una legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane, in attuazione della Missione 5 (Componente 2 – Riforma 2) del PNRR (Assistenza agli anziani non autosufficienti).
Lo schema aggiornato del disegno di legge approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso ottobre è stato approvato nel CdM di giovedì 19 gennaio.
In base all’impianto della riforma, si introduce in via sperimentale la prestazione universale per la non autosufficienza in sostituzione dell’indennità di accompagnamento, parametrata alle necessità dei singoli soggetti e finalizzata a permettere all’anziano invalido di scegliere tra un sussidio economico oppure servizi alla persona.
Sull’esempio dell’Assegno Unico per figli a carico, che ha assorbito una serie di detrazioni e bonus per la genitorialità, si pensa dunque di procedere in modo analogo, istituendo una sorta di Assegno Unico per invalidi e anziani non autosufficienti.
Si tratterebbe di una prestazione universale destinata ad una platea eterogenea di persone oggi assistite da strumenti specifici, ai quali andrebbe in via opzionale un solo ed unico sussidio sostitutivo di quelli precedenti, ossia l’indennità di accompagnamento (articolo 1, legge 17/1980) e le prestazioni connesse ( articolo 1, comma 164, legge 234/2021).
In una prima fase, dunque, si pensa di istituire un Assegno unico associato a servizi alla persona (assistenza domiciliare, integrando ADI e SAD), con valore complessivo non inferiore alle indennità e prestazioni già in coro di godimento. Si prevede di agire dunque in via sperimentale e progressiva – oltre che su base volontaria – per testare gli effetti della misura e permettere una graduale armonizzazione con gli attuali strumenti.
Lo scopo ultimo è razionalizzare gli strumenti attuali, ottimizzare la spesa per le prestazioni sanitarie assistenziali, permettere di scegliere in alternativa un sussidio economico di pari valore, semplificare la “macchina” organizzativa monetizzando laddove possibile l’offerta all’anziano non autosufficiente, libero di optare per un assegno economico al posto di prestazioni pubbliche di altra natura.