Il Consiglio dei Ministri di martedì 10 gennaio 2023 ha approvato un nuovo Decreto trasparenza sui carburanti. Oltre a introdurre disposizioni urgenti sul caro prezzi, il DL si pone anche l’obiettivo di rafforzare i poteri di controllo e sanzionatori del Garante prezzi.
Vediamo in dettaglio, che cosa prevede il DL approvato dall’ultimo CdM e le motivazioni di tali misure.
Decreto Trasparenza prezzo carburanti
Il Decreto legge sulla trasparenza del prezzo del carburante prevede in primo luogo l’obbligo per gli esercenti di esporre il prezzo medio giornaliero nazionale calcolato dal Ministero delle Imprese accanto al prezzo di vendita praticato.
In parallelo, vengono rafforzate le sanzioni amministrative in caso di violazione di tali obblighi di comunicazione e pubblicità dei prezzi. In caso di recidiva l’attività rischia di essere sospesa per un periodo da 7 a 90 giorni.
Viene poi istituita una Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi, finalizzata ad analizzare le ragioni dei turbamenti e definire le iniziative di intervento urgenti.
Si rafforzano anche i collegamenti e la collaborazione tra Garante prezzi e Antitrust, nonché tra Garante e Guardia di Finanza al fine di sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative. Una collaborazione richiesta proprio nei giorni scorsi dal presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, che a sua volta ha incontrato la premier Meloni e il Ministro del MEF, Giancarlo Giorgetti, per fare il punto della situazione e definire nuove strategie anti speculative.
Caro benzina: speculazioni o accise?
Il Decreto arriva anche a fronte delle tensioni per lo stop agli sconti sulle accise, ritenuto da Unem e Faib Confesercenti la reale causa del caro carburante. Come noto, infatti, dal 1° gennaio 2023 lo sconto è stato azzerato a fronte del calo delle quotazioni del petrolio sotto gli 80 dollari.
Secondo l’Osservatorio ministeriale, il prezzo medio della benzina erogata in modalità self-service è di 1,82 euro/litro, per il diesel è di 1,88 euro/litro. Si tratta di un aumento medio di circa 18-19 centesimi da inizio gennaio rispetto a fine dicembre.
Tale differenza, fa notare l’Unem, è sostanzialmente pari all’aumento delle accise IVA compresa, dunque sarebbe da imputare alla mancata proroga del taglio delle accise e non a delle speculazioni da parte degli esercenti.
Questo, tuttavia, non motiva i picchi registrati in autostrada o nelle isole, o in generale nelle zone dove c’è un solo distributore, decisamente più alti della media nazionale.
Lo sconto sulle accise era stato istituito per la prima volta lo scorso marzo – a fronte dell’impennata dei prezzi legata alla guerra in Ucraina – con il primo DL Energia, che prevedeva un taglio delle accise sui carburanti di 25 centesimi al litro, più l’IVA (5,5 centesimi), per uno sconto totale di 30,5 centesimi al litro. La misura era stata prorogata fino alla seconda metà di novembre, quando un nuovo DL ha ridotto lo sconto a 15 centesimi più IVA (totale 18,3 centesimi al litro) fino al 31 dicembre.
Il taglio delle accise non è stato rinnovato perché ritenuto dal Governo Meloni troppo costoso (circa un miliardo al mese) e iniquo, ritenendo prioritario agire sul controllo e la repressione dei fenomeni speculativi. Le misure stabilite con il Decreto trasparenza carburanti, con il rafforzamento dei controlli anti-speculazione, rappresentano un passo in avanti in questo senso, ma rischiano di non bastare.
Più poteri per calmierare i prezzi
Tra le questioni che il Ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, dovrà affrontare nei prossimi giorni c’è dunque anche quello di dare più potere all’Authority per intervenire e fissare dei tetti volti a calmierare i rincari a priori.
L’attuale Mister Prezzi, Benedetto Mineo, non ha questi poteri concreti e nei prossimi giorni, dopo che il Ministro Urso avrà incontrato le 19 associazioni dei consumatori per raccogliere le loro proposte, probabilmente verrà individuata una figura più adatta e con maggiori poteri di intervento.