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Riforma Assegno Unico: da ISEE a quoziente familiare

di Noemi Ricci

Pubblicato 18 Novembre 2022
Aggiornato 24 Novembre 2022 17:31

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L'Assegno Unico figli si avvia verso la riforma, forse già in Manovra 2023: per agevolare le famiglie numerose si passa dall'ISEE al quoziente familiare.

Con la Legge di Bilancio 2023 potrebbero arrivare novità in tema di Assegno Unico per i figli a carico. Ad anticiparle è stata la ministra per la Famiglia, Eugenia Maria Roccella. Il Governo Meloni avvierà presto un restyling della misura per favorire i nuclei più numerosi. Utilizzando al posto dell’ISEE il quoziente familiare.

Il cambio di parametro avrà dunque effetti sul calcolo dell’Assegno Unico e la sua misura.

Assegno Unico: cosa cambia dal 2023?

La Manovra Finanziaria 2023 sembra essere l’occasione giusta per avviare la riforma dell’Assegno Unico, che potrebbe essere ripartita in più fasi.

La modifica di maggiore rilievo riguarderebbe il calcolo dell’Assegno INPS per figli a carico. Il parametro ISEE potrebbe essere sostituito dal quoziente familiare, ovvero dal rapporto tra reddito e componenti del nucleo. LA novità dovrebbe però armonizzarsi con l’attuale previsione di concessione automatica nel 2023 ai soggetti con ISEE senza variazioni, gà annunciata dall’INPS.

=> Assegno Unico figli automatico dal 2023 con aumento importi

Tra le altre novità è in arrivo una modifica per tutelare la maggiorazione dei genitori lavoratori in caso di morte improvvisa di uno di loro.

Assegno Unico: quante famiglie lo percepiscono?

Secondo i dati dell’Osservatorio INPS, quasi 6 milioni di famiglie percepiscono oggi il sostegno, che da marzo 2022 ha assorbito altre agevolazioni (Bonus nascita, l’assegno di natalità, l’assegno temporaneo). La Regione in cui sono stati erogati più Assegni Unici è stata la Lombardia, con 932.349 domande corrispondenti a più di 1,5 milioni di minori.

L’erogazione di Assegno Unico ha riguardato oltre 9 milioni di figli (9.176.144). Di questi il 47% concentrati al Nord (stando ai dati di settembre). Al Sud la percentuale scende al 34% ma gli importi medi sono più alti, per via degli ISEE meno elevati che nel settentrione. Basti pensare che il valore minimo dell’importo dell’Assegno Unico è stato registrato nella Provincia autonoma di Bolzano (133 euro a figli) e il valore massimo (167 euro per ciascun figlio) in Calabria.

L’importo medio erogato per famiglia da marzo a ottobre, è pari a 233 euro, mentre guardando al singolo figlio è pari a 145 euro.

La maggioranza dei percettori di Assegno Unico – esclusi i titolari di RdC – ha un ISEE sotto i 15mila euro (dati di settembre), per un totale 3.899.161 figli e un importo medio ad assegno di 195 euro. Circa il 20% dei figli per i quali è stato erogato l’Assegno Unico, appartiene a nuclei familiari che non hanno presentato l’ISEE, percependo l’importo minimo di 50 euro.

In totale la spesa per lo Stato è stata di 8,9 miliardi di euro, di cui 406 milioni di euro erogati a percettori di Reddito di Cittadinanza, ovvero a circa 349.291 nuclei familiari e circa 575.400 figli. L’integrazione media per questi nuclei è stata pari a 166 euro al mese, con un importo per ciascun figlio di 101 euro.