Per la nuova Legge di Bilancio si confermano le anticipazioni delle ultime settimane, tra pace fiscale e proroghe in ambito pensioni, mentre resta in bilico la misura simbolo flat tax, per la quale non si escludono passi indietro sul fronte della tassa piatta incrementale.
Vediamo le novità emerse nelle ultime ore, a pochi giorni dalla presentazione della Manovra economica per il 2023.
Il capitolo fiscale in Legge di Bilancio
Sarà una manovra da almeno 30 miliardi di euro, di cui 21 finanziati a deficit e interamente dedicati alle misure per sostenere famiglie e imprese contro il caro bollette. Sul fronte fiscale si delinea l’intervento su rottamazione e saldo e stralcio, prosegue il dibattito sull’innalzamento della soglia della flat tax per i forfettari che deve fare i conti con le risorse disponibili.
Premi produzione detassati
La novità degli ultimi giorni riguarda la possibile marcia indietro sulla flat tax incrementale. Ne ha parlato il viceministro Maurizio Leo a Quarta Repubblica spiegando che la misura rischia di essere troppo costosa. L’ipotesi era quella di applicare una flat tax del 15% a tutti i contribuenti (quindi anche ai dipendenti) sull’incremento di reddito 2022 rispetto al più alto dei redditi dei tre anni precedenti.
Leo ha spiegato però che, almeno per quanto riguarda i dipendenti, si sta valutando di virare invece verso un potenziamento dei premi di produzione. Attualmente l’aliquota agevolata del 10% si applica fino a 3mila euro di premio, mentre l’idea è quella di introdurre un’aliquota al 15% sulla parte che supera tale tetto oppure di prevedere altre rimodulazioni d’aliquota comunque incentivanti. Si tratta al momento solo di ipotesi allo studio, è bene ricordarlo.
Flat tax a un bivio
Dalle parole del viceministro non è invece chiaro se per le Partite IVA che applicano la tassazione ordinaria si continua a prevedere un’ipotesi di flat tax incrementale. Probabilmente, bisogna trovare la quadra anche con le modifiche che si stanno studiando per quella vera e propria. Sembra ormai archiviata l’ipotesi di alzare l’asticella del reddito a 100mila euro; si pensa piuttosto a una soglia fra gli 80 e gli 85mila euro.
Infine, si continua a parlare di riordino delle detrazioni, magari con una revisione delle soglie di reddito per applicarle.
La pace fiscale a tutto tondo
Come detto, è certo che ci sarà una nuova sanatoria. I dettagli sono ancora allo studio dei tecnici dell’Economia, ma tendenzialmente si pensa a un condono delle cartelle fino a mille euro affidate all’agente della riscossione entro il 2015, a un saldo e stralcio con la possibilità di mettersi in regola pagando meno del dovuto, per cartelle fino a 3mila euro e ad una nuova rottamazione quater (con la riapertura della rottamazione ter per le cartelle di minore importo).
Il capitolo pensioni in Manovra
Anche questo è uno dei capitoli caldi della manovra. Sono certe le proroghe di un anno Opzione Donna e APE Sociale, si sta mettendo a punto un meccanismo di revisione della quota 102 che vada verso la quota 41. Significa che si pensa di introdurre una nuova possibilità di uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi e un limite di età, fra i 61 e i 63 anni.
Negli ultimi giorni, è anche spuntata l’ipotesi di un nuovo meccanismo di incentivo a restare al lavoro per chi raggiunge un requisito a pensione, con esonero contributivo e busta paga pesante.
Le misure contro il caro prezzi
Questo è uno dei capitoli maggiormente sicuri, le misure allo studio sono state anticipate dallo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti in sede di audizione parlamentare sulla Nadef. Ci saranno proroghe dei crediti d’imposta sulle bollette delle imprese e degli sconti in bolletta sulle famiglie attualmente previsti fino alla fine di quest’anno, e del bonus sociale sulle bollette. Non è ancora chiaro se la proroga sarà limitata al primo trimestre a se coprirà un periodo più lungo.
Si preparano poi altre misure per il contenimento dei consumi energetici. IN ogni caso, in base a quanto anticipato da Girogetti, questo sarà il capitolo maggiormente corposo della manovra, a cui andranno i 21 miliardi che si sono liberati dall’innalzamento del deficti contenuto nella Nadef.