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Il Superbonus 2023 passa dal 110 al 90%: ecco come funziona

di Barbara Weisz

Pubblicato 11 Novembre 2022
Aggiornato 5 Marzo 2023 08:24

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Superbonus 2023: scende al 90% per i nuovi lavori mentre resta al 110 con Cila entro il 25 novembre, ripescate le villette prima casa per i redditi bassi.

Il Superbonus scende al 90% per tutti i nuovi cantieri, ma chi già iniziato i lavori mantiene l’aliquota al 110% anche se li termina nel 2023. Stesso discorso per chi ha deliberato l’intervento e presenta entro il 25 novembre la Cila  (Comunicazione di inizio lavori).

Sono le novità introdotte dal decreto Aiuti quater approvato dal consiglio dei ministri il 10 novembre, e disposte dal Governo allo scopo di risparmiare, visto lo  scostamento prodotto pari a 37,8 miliardi di euro sull’intero periodo di previsione (2023-2026).

Le nuove regole Superbonus 2023

Oltre ad anticipare il decalage dal prossimo anno, il Governo ha deciso di introdurre una nuova regola: il Superbonus, nella nuova misura del 90%, è utilizzabile anche per i lavori sulle villette unifamiliari, ma a patto che siano prima casa e che vengano realizzate da persone con un reddito fino a 15mila euro. Per determinare il rispetto del paletto del reddito non si applica l’ISEE ma un calcolo basato sul quoziente familiare.

C’è una proroga anche del Superbonus villette nella misura piena del 110%: chi ha effettuato il 30% dei lavori entro lo scorso 30 settembre, continua a poterlo usare l’agevolazione fino alla fine del mese di marzo del 2023 e non, come precedentemente previsto fino al 31 dicembre prossimo.

Riassumiamo  le novità in modo schematico:

  • Superbonus 110%: resta fino alla fine del 2023 per chi ha già iniziato i lavori, per chi li ha già deliberati e presenta la Cila entro il 25 novembre, e fino al 30 marzo 2023 per le villette unifamiliari con il 30% effettuato entro fine settembre 2022.
  • Superbonus 90%: per tutti coloro che deliberano i lavori a partire dall’entrata in vigore del decreto Aiuti quater.

Per il resto restano le precedenti regole, per cui il Superbonus scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.

Taglio Superbonus: le motivazioni di Governo

Come ha spiegato il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, tale maggior onere produrrebbe un «peggioramento della previsione delle imposte dirette per importi compresi tra gli 8 e i 10 miliardi di euro in ciascun anno, che potrebbe pregiudicare l’adozione di altre tipologie di intervento».

Stesse motivazioni confermate dalla premier Giorgia Meloni in conferenza stampa: «il Superbonus al 110% nasceva meritoriamente come misura per aiutare l’economia, ma il modo in cui è stata realizzata ha creato molti problemi. Chi diceva che si poteva gratuitamente ristrutturare il proprio condominio costava allo stato 60 miliardi, con un buco di 38 miliardi: diciamo che il concetto di gratuità è bizzarro».

 

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Secondo Meloni la misura ha innanzitutto «deresponsabilizzato chi la usava», creando una distorsione di mercato. L’aliquota che consente di coprire interamente le spese, unitamente alla possibilità di cedere il credito, ha portato a una distorsione di mercato: «se uno non era chiamato a contribuire non si chiedeva se prezzo era congruo». Il riferimento è al balzo del costo delle materie prime, trainato proprio dall’improvvisa ripresa della domanda e dalla possibilità di utilizzare l’incentivo. Sia la premier sia il ministero dell’Economia hanno insistito su un punto: questa distorsione ha avvantaggiato in particolare i redditi medio alti.