L’indicazione di fondo arriva dall’audizione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sulla NaDEF: il Governo intende favorire una «crescita economica più sostenuta», anche «attraverso lo strumento del PNRR». In parole semplici, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza resta uno degli strumenti più efficaci che l’Italia può usare per alimentare la crescita.
Fino a questo momento, l’attuazione del Piano prosegue secondo le tappe prestabilite, tanto che all’Italia è appena arrivata la seconda tranche di finanziamenti da parte dell’Unione Europea, pari a 21 miliardi di euro. Ma da risolvere c’è il nodo dei ritardi attuativi sul fronte operativo, causati dai rincari delle materie prime e dell’energia, e di conseguenza dei costi aggiuntivi di realizzazione che bisogna coprire. Un tema affrontato anche da Giorgia Meloni nella sua prima trasferta a Bruxelles.
Vediamo tutto.
PNRR: il punto su finanziamenti e misure
La seconda tranche di finanziamenti da Bruxelles è stata annunciata dal ministro dell’Economia l’8 novembre. Si tratta di 21 miliardi, che si sommano ai 21 mld dell’aprile scorso (la prima tranche) e ai 24 mld di prefinanziamento, versati nel 2021.
«I 45 traguardi e obiettivi, di cui è stato riconosciuto il conseguimento, sono relativi, tra gli altri, all’avvio delle riforme della pubblica amministrazione, degli appalti pubblici, della professione di docente, dell’amministrazione fiscale e dell’assistenza sanitaria territoriale. A questi si aggiungono gli investimenti in settori strategici chiave, tra cui la banda ultralarga e il 5G, la ricerca e l’innovazione, il turismo e la cultura, lo sviluppo dell’idrogeno, la riqualificazione urbana e la digitalizzazione delle scuole e per l’arretrato giudiziario».
Il caro prezzi frena i cantieri
Per l’attuazione del Piano è stata istituita una specifica cabina di regia, coordinata dal Ministro per gli Affari Europei, la Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto. Il quale, in base alle dichiarazioni rilasciate, non vede problemi anche sulla terza tranche di finanziamenti, prevista per fine anno (55 obiettivi previsti, 25 già raggiunti).
Per proseguire nell’attuazione 2023, tuttavia, ci sono da coprire i maggiori costi che derivano dalla congiuntura economica. Bisogna capire se la Manovra economica riuscirà a coprire queste spese o se invece si troveranno altre strade.
L’Italia ha sollevato la questione anche in sede europea, la premier Meloni ne ha parlato con la presidente della commissione, Ursula von der Leyen, proponendo l’idea di «lavorare insieme per implementare il piano permettendo alle risorse di arrivare a terra». Il punto è che per cambiare il piano, adeguandolo strutturalmente alla nuova contingenza economica servirebbe una nuova valutazione da parte di Bruxelles.
Nel frattempo, comunque, l’Italia prosegue sulla strada intrapresa: il ministero ha confermato che la cabina di regia serve proprio a velocizzare le pratiche trovando di volta in volta soluzioni adeguate.