L’ISTAT ha comunicato i nuovi dati sull’inflazione, che vola all’11,9% in ottobre, con un balzo del 3,5% in un solo mese. Depurata dal costo dell’energia è però salita dello 0,3%. L’indice dei soli beni energetici, invece, è passato da +44,5% di settembre a +73,2%.
Non sembrano servire a molto i continui ritocchi al rialzo decisi dalla BCE sul costo del denaro per tentare di arginare la deriva inflazionistica (l’ultimo è stato deciso il 25 ottobre e prevede un ulteriore 0,75% sui tassi di interesse), finendo soltanto per penalizzare mutui e prestiti.
Il problema di fondo resta il costo dell’energia, come evidenziano i dati ISTAT, su cui però ancora si naviga ancora in acque torbide. In Italia, la priorità resta quella di contenere la bolletta di famiglie e imprese, a livello europeo le politiche contro la speculazione sul mercato del gas.
Su questi temi, il nuovo Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ribadisce la posizione dell’esecutivo che si è appena insediato e che deve presentare a giorni la Legge di Bilancio ed ancor prima prorogare gli sconti sui carburanti.
Inflazione e componente energetica
In base ai dati ISTAT, l’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8% per l’indice generale e +3,7% per la componente di fondo. L’11,9% di ottobre è il livello più alto mai raggiunto dal giugno 1983, quando i prezzi registrarono una variazione tendenziale del +13%. Secondo Giorgetti:
essendo i prezzi energetici il principale fattore di spinta al rialzo dei prezzi al consumo, l’inflazione deve essere contrastata anche intervenendo su fondamentali del mercato del gas, riduzione domanda e aumento offerta alternativa a quella russa.
Si tratta di due punti fondamentali del piano su cui il Consiglio europeo ha appena trovato l’accordo programmatico: va ancora implementato ma ha già sgonfiato le quotazioni del gas, facendo sfiatare (per il momento) una parte della componente speculativa.
Rialzo tassi BCE e impatto sull’economia
Il Ministro dell’Economia commenta anche la politica monetaria della BCE, sottolineando da una parte che l’aumento dei tassi «probabilmente non sarà l’ultimo in questa fase», ma appellandosi anche alla «saggezza della BCE nell’interpretare le cause della recente impennata dell’inflazione e nel tener conto del rallentamento in corso nell’economia europea».
La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha spiegato la ratio della politica monetaria rispondendo seccamente anche all’obiezione relativa al rischio recessione:
Dobbiamo fare quello che dobbiamo fare.
«Una banca centrale ha il mandato della stabilità dei prezzi e deve perseguirlo usando tutti i mezzi. Ovviamente non significa che trascuriamo il rischio di recessione».