Dimezzati gli investimenti in opere pubbliche nell’ambito del PNRR, cresciuti nel 2022 del 4% appena a causa del caro materie prime: è la denuncia ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) sulla fase di avvio delle iniziative, in ritardo sulla realizzazione di almeno sei mesi. Il tutto, sommato alle difficoltà dovute alla mole di interventi, alle tempistiche serrate e al mancato adeguamento dei prezzi nei bandi gara, ai ritardi nelle compensazioni alle ditte appaltatrici.
Il tutto, dopo mesi di blocco cantieri nell’edilizia residenziale dovuti ai mille problemi legati al Superbonus e alla cessione dei crediti.
Costruzioni, leva per il PIL italiano
Il rapporto ANCE evidenzia per prima cosa i ritardi operativi nella realizzazione del PNRR, che penalizzano il +12,1% in termini reali registrato comunque nel 2022, tra ripartenza post-Covid e traino Superbonus. Non a caso, l’apporto dell’edilizia al PIL nazionale negli ultimi due anni è pari a un terzo della crescita.
Questa dinamica «ha rappresentato una peculiarità tutta italiana»: grazie soprattutto agli incentivi in Edilizia, nel 2021 il contributo del settore alla formazione del PIL è stato pari al 27% della crescita registrata (+6,7%), attestandosi come il «principale motore di crescita dell’economia italiana negli ultimi due anni».
Nel 2021, in particolare, c’era stato un progresso del 20,1% che, sommato al +12,1% del 2022 «consente di recuperare ampiamente i livelli pre-Covid, dopo la flessione del 6,2% registrata nel 2020».
Edilizia a un bivio tra Superbonus e cessione crediti
Il traino è rappresentato dal segmento della manutenzione straordinaria abitativa. Relativamente alla nuova edilizia residenziale, la stima ANCE è di un aumento del 4,5% in termini reali, collegata all’andamento positivo dei permessi di costruire in atto dal 2016. Ancora: gli investimenti in recupero abitativo rappresentano ormai il 40% del totale settoriale e registrano un +22% dopo gli eccezionali livelli già registrati nel 2021.
Lo stimolo numero uno al mercato è stato dato dal potenziamento degli incentivi, in particolare il Superbonus 110% e la possibilità di cessione del credito estesa a tutte le detrazioni edilizie.
Con riferimento al Superbonus, ad esempio, secondo gli ultimi dati del monitoraggio ENEA-MiSE-MiTE al 30 settembre 2022 gli interventi legati all’efficientamento energetico sono 307.191, per un ammontare corrispondente di 51 miliardi (38,8 dei quali, ossia il 76%, si riferiscono a lavori già realizzati). Nel solo mese di settembre, si è registrato un aumento del 25,9% in numero e del 19,0% nell’importo, ovvero più di 63mila interventi aggiuntivi, per un valore corrispondente di circa 8,2 miliardi.
Bene anche gli investimenti privati in costruzioni non residenziali, con un aumento del +8,2%, a conferma di una dinamica positiva in atto dal 2016, intervallata dal segno negativo dell’anno pandemico. Crescita del 4% nelle costruzioni non residenziali pubbliche.
PNRR con falsa partenza
Le tensioni sui prezzi delle materie prime e dell’energia, nonché le le difficoltà attuative dei programmi di investimento previsti in ambito PNRR, hanno determinato un rallentamento delle iniziative programmate, stimate a febbraio +8,5% ed invece fermatesi a +4%.
Si rileva quindi un ritardo nell’esecuzione delle opere in cantiere, attribuito anche alla «scarsa capacità amministrativa degli enti che si trovano a gestire una mole di risorse e progetti notevole in tempi molto ristretti».
Fra le criticità di fondo c’è anche il caro materiali e l’eccessiva burocrazia per ottenere le dovute compensazioni, con procedure che richiedono tempi lunghi e si riflettono sulla realizzazione delle opere. L’adeguamento dei prezzari risulterebbe perciò un fattore abilitante della ripresa dei cantieri, anche alla luce dei numeri attuali:
- il 70% delle imprese non ha ancora ricevuto alcun ristoro a copertura dei maggiori costi sostenuti sui materiali, e quelle che li hanno ricevuti hanno potuto coprire solo il 15,4% degli extra-costi;
- il 73% segnala che le opere in gara negli ultimi tre mesi non risultano ancora adeguate ai prezzi di mercato.
Questa la sintesi del “primo anno di PNRR” per il settore Costruzioni in Italia, le cui criticità si ripercuoteranno anche sul 2023, quando si stima un calo del 5,7%.
Investimenti: stime 2023 in chiaroscuro
Le speranze sono tutte risposte nel 2023, quando si stima un incremento del 25% dovuto alla crescita degli investimenti del PNRR (nella Nota di aggiornamento al DEF 2022 ammontano a 41 miliardi). Adeguamento prezzi permettendo. Per proseguire spediti vengono pertanto fornite le seguenti indicazioni:
- adottare nuove misure e assegnare nuovi fondi per adeguare il costo delle opere al caro materiali, in modo da assicurare la prosecuzione dei cantieri anche nel 2023 (proroga Decreto Legge ”Aiuti”);
- destinare subito maggiori fondi per le progettazioni, per superare la carenza di progetti;
- favorire la creazione di strutture regionali snelle di coordinamento della messa a terra del PNRR, per ridurre gli effetti della scarsa capacità amministrativa.