Con la premessa che la priorità numero uno del nuovo Governo Meloni è quella di finanziare il prolungamento delle misure contro il caro energia per famiglie e imprese, se non dovessero arrivare a breve aiuti comunitari, per la Legge di Bilancio 2023 toccherà dar fondo al “tesoretto” da 10 miliardi lasciato dal precedente esecutivo e tralasciare la riforma delle pensioni e quella della flat tax, almeno per il momento.
Secondo le anticipazioni ci sono in vista delle misure transitorie, o meglio, delle formule di compromesso in attesa di mettere mano ai due dossier in maniera approfondita.
In base alle prime indiscrezioni sulla Manovra economica 2023, allo studio del Governo Meloni ci sono:
- flat tax per gli incrementi di reddito forse anche per autonomi fino a 100mila euro (come da programma),
- proroga Quota 102, APE Sociale e Opzione Donna (in continuità con lo scorso anno),
- nuova quota flessibile (età + contributi) per la pensione anticipata di 470mila lavoratori tra 61 e 66 anni (una mediazione tra l’Opzione Uomo troppo penalizzante e Quota 41 per tutti),
- Reddito di Cittadinanza dimezzato (con esclusione di chi rifiuta un impiego e mantenimento del sussidio solo per chi non può lavorare).
Per le misure più prettamente economiche, riflettori puntati su Giancarlo Giorgetti, nuovo Ministro dell’Economia.
Per la definizione della riforma previdenziale, e sui macro-temi delle politiche attive per il lavoro, è invece attesa la ripresa dei tavoli sindacali con il nuovo Ministro del Lavoro, Marina Calderone, per quanto i tempi siano molto stretti in vista delle scadenze per la ex Legge di Stabilità, da approvare a giorni e inviare a Bruxelles per approvazione.
Il momento che stiamo vivendo necessita di soluzioni frutto di un rinnovato dialogo sociale. In questo momento, è importante favorire il confronto affinché si possano trovare soluzioni condivise a beneficio del mondo delle imprese, dei lavoratori dipendenti e autonomi e più in generale di un mondo del lavoro sempre più inclusivo, contrastando forme di disuguaglianza e povertà.
Capitolo a parte le grandi e opere riforme associate al Recovery Plan. Sul PNRR, il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, potrebbe chiedere alla UE una modifica delle tempistiche per tener conto dei maggiori costi di energia e materie prime.
Sul fronte internazionale, infine, per quanto riguarda il dibattito politico legato al caro energia, la palla passa alla nuova premier, supportata dal nuovo Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Sulla scia dei successi messi a segni nei suoi ultimi giorni da premier italiano (che ha anticipato agli italiani come dovrebbe funzionare il nuovo meccanismo contro il caro bollette), l’arduo compito di portare a casa l’accordo definitivo sul prezzo del gas e i nuovi fondi per gestire la crisi in atto.
L’ex ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani resterà vicino al nuovo esecutivo come advisor per l’energia (incarico volontario e non retribuito).