Conto alla rovescia per Giorgia Meloni, che a giorni riceverà l’incarico di formare il nuovo Governo se riuscirà a dribblare i continui colpi di scena che alimentano le tensioni interne alla maggioranza.
Le Camere, intanto, concludono nella giornata di mercoledì 19 ottobre l’iter di formazione degli organismi parlamentari – con la nomina di vicepresidenti, questori e segretari – e, a seguire, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella comunica il calendario delle consultazioni al Quirinale, con la previsione di conferire l’incarico in paio di giorni.
Colpi di scena permettendo.
Al momento, il Quirinale ha convocato un primo giro di consultazioni fra giovedì 20 e venerdì 21 ottobre. Giovedì, dopo i rappresentanti delle istituzioni, gruppo misto, le future opposizioni (Azione-Italia Viva, Movimento 5 Stelle, Pd), venerdì i partiti del centrodestra.
Verso l’incarico a Meloni
Le tempistiche dipendono dalle consultazioni: se la coalizione di centrodestra riuscirà a ricompattarsi e presentarsi con un’unica delegazione, allora i tempi dovrebbero essere veloci. Se dovessero prevalere le divisioni interne, potrebbe volerci di più.
Il problema sono le nuove frizioni con Forza Italia e in particolare con Silvio Berlusconi, che potrebbero rimettere in discussione il nome di Antonio Tajani al ministero degli Esteri (in lizza anche come vicepremier, insieme a Matteo Salvini) e prevedere un rimescolamento delle carte sul fronte Giustizia, ad un bivio tra Casellati e Nordio.
La cosa più probabile è che si trovi il compromesso, si salvi la faccia, si faccia la pace e si vada insieme al Colle. La posta in gioco è alta: dalla tenuta del Paese dinanzi ad una crisi internazionale alle scadenze stringenti di Bilancio, che non contemplano ritardi.
Le sfide del Governo nascente
La Legge di Bilancio normalmente è approvata dal Governo entro il 15-20 ottobre ma quest’anno in attesa che si sciolgano i nodi e si formi il nuovo Governo. L’esecutivo in carica ha approvato il Dpb (Documento programmatico di bilancio), che riporta le cifre del DEF su crescita, deficit e debito (migliori del previsto) ma a politiche invariate (non incamerano le decisioni economiche del Governo e il relativo impatto sui conti).
La squadra dei ministri economici sembra essere pronta, con la casella più importante, quella dell’Economia, destinata ad essere affidata a Giancarlo Giorgetti, esponente della Lega ma di area moderata e fattore di continuità con il Governo Draghi (nel quale è ministro dello Sviluppo economico).
Riuscire ad approvare una Manovra 2023 che riesca a conciliare tempi stretti (va approvata dal Governo e dal Parlamento) e politiche economiche adeguate alla difficile situazione contingente è la prima sfida che l’esecutivo dovrà affrontare. Ma non è l’unica: c’è anche l’urgenza di presentarsi ai vertici europei con un nuovo Governo in carica, in un momento che vede la UE impegnata in una difficile discussione sulle decisioni da prendere contro il caro energia.
Così come, in generale, è importante che l’Italia abbia un Governo insediato che rassicuri la comunità internazionale. E’ un aspetto a cui Giorgia Meloni è stata molto attenta; ha sempre assicurato la volontà di mantenere una continuità con il Governo Draghi, sia per quanto riguarda la posizione internazionale dell’Italia (saldamente atlantista e a sostegno dell’Ucraina), sia sul fronte dei conti pubblici (proseguendo sulla linea Draghi).
Se in considerazione di queste priorità i tempi saranno veloci, il Governo Meloni si potrebbe formare entro fine settimana.