Deputati e senatori eletti il 25 settembre ai nastri di partenza per le procedure di accreditamento, in vista dell’apertura dei lavori in Parlamento giovedì 13 ottobre. Si prepara un iter veloce verso la formazione del nuovo Governo, che però non potrà avvenire prima della prossima settimana.
Nelle ultime legislature, dalla data delle elezioni a quella di insediamento dell’esecutivo, sono passati anche mesi, ma questa volta la forte investitura popolare ricevuta dal Centrodestra, e il particolare da Fratelli d’Italia, non lasciano dubbi sul fatto che l’incarico sarà dato a Giorgia Meloni. In considerazione di questa certezza, la futura Presidente del Consiglio, prima donna in Italia a ricoprire questo ruolo, sta lavorando alla lista dei ministri, nell’ottica di accorciare poi i temi istituzionali.
Il calendario dei prossimi giorni
Giovedì 13 ottobre si riuniscono Camera e Senato, a partire dalle 10,30 di mattina. I lavori saranno diretti, in entrambi i casi, dal membro più anziano dell’Aula: a Palazzo Madama, la senatrice a vita Liliana Segre (in realtà, il membro più anziano sarebbe Giorgio Napolitano, che però è indisposto), a Montecitorio Ettore Rosato. Entro il pomeriggio di venerdì 14 dovrebbero essere eletti i successori di Roberto Fico ed Elisabetta Casellati.
Entro lunedì 17 ottobre si eleggeranno anche i capigruppo, che guideranno le delegazioni al Quirinale per le consultazioni. Queste ultime, in genere durano almeno un paio di giorni. Se il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella dovesse iniziarle già lunedì, entro la serata di martedì 18 ottobre potrebbe essere dato l’incarico a Giorgia Meloni.
Il toto nomi alle Camere e per il Governo
Prima di formare il Governo bisognerà dunque eleggere i presidenti delle Camere, è quindi importante che ci siano le idee chiare su entrambi gli appuntamenti, in considerazione del fatto che il toto nomi vede più ipotesi concentrarsi sulle stesse persone. Ad esempio, di Antonio Tajani (in quota come futuro ministro degli Esteri) si è parlato anche per la presidenza del Senato.
Inizialmente, sembrava che Meloni fosse intenzionata a dare le due presidenze, di Camera e Senato, ai due principali alleati, ovvero Lega e Forza Italia. Negli ultimi giorni, invece, si parla di Ignazio La Russa, fra i fondatori di Fratelli d’Italia, come seconda carica dello Stato, mentre in pole position per Montecitorio ci sarebbe Riccardo Molinari, della Lega. Dopo i vertici politici della giornata di martedì 11 ottobre, Maurizio Lupi (Noi Moderati) si è lasciato sfuggire un’indicazione:
Si va verso la presidenza del Senato a Fdi e la Camera alla Lega. Ignazio La Russa è stato vicepresidente ed è stato bravissimo.
Per intenderci: se questa ipotesi dovesse andare in porto, Forza Italia resterebbe senza presidenze alle Camere, e con ogni probabilità ci sarebbe quindi un contrappeso in sede di formazione del Governo. In ogni caso, prudenza e condizionali sono d’obbligo, per esempio nelle ultime ore la Lega sta insistendo per avere la presidenza del Senato, proponendo la candidatura di Roberto Calderoli, che è già stato vicepresidente di Palazzo Madama.
Il nodo dell’Economia
Il pressing leghista ha un nodo centrale nel ministero dell’Economia. Fra i nomi su cui negli ultimi giorni si concentrano sempre più insistentemente c’è quello dell’attuale titolare dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. E un’ipotesi che viene considerata forte per due motivi: assicura la continuità con la linea di politica economica del Governo Draghi, e concede alla Lega un ministero chiave.
Certo, significherebbe salutare definitivamente l’ipotesi che il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, torni al ministero dell’Interno, e questa rinuncia con ogni probabilità è alla base della richiesta di avere anche la presidenza del Senato.
All’Economia continua comunque a non escludersi l’ipotesi di un supertecnico, come Fabio Panetta, membro italiano del board della Banca centrale europea (che però, anche in virtù dell’incarico ricoperto, sembra difficile da convincere), oppure Gaetano Miccichè, presidente divisione IMI del gruppo Intesa Sanpaolo. E un tecnico potrebbe arrivare anche al Viminale, con il prefetto Matteo Piantedosi, che fra l’altro è stato capo di Gabinetto di Salvini.
Per quanto riguarda Forza Italia, oltre agli Esteri, come detto a Tajani, si prepara un dicastero per Lucia Ronzulli, alla Salute oppure al Turismo. Il dibattito delle ultime ore si concentra poi su una nuova ipotesi, che vede Paolo Scaroni (ex amministratore delegato dell’ENI) titolare di un super ministero dell’Energia. Ma anche qui, al momento non sembra esserci accordo all’interno del centrodestra.
I nodi fondamentali andranno sciolti in tempi brevi, per eleggere i presidenti di Camera e Senato senza rallentare i tempi di formazione del Governo.