Si moltiplicano le dichiarazioni da parte dei leader europei sul tetto al prezzo del gas, ma la decisione continua a slittare. Nel frattempo, sembra raggiunto l’accordo sul tetto al prezzo del petrolio nell’ambito del nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia.
Intanto, Eni ha reso noto che sono riprese le forniture di gas forniti da Gazprom e nei prossimi giorni si discuterà di nuove misure di rilancio economico e di supporto alla crisi energetica.
Price cap UE sul gas
Il tetto al prezzo del gas è la decisione centrale che l’Europa deve prendere da mesi, ma su cui non si trova l’accordo fra Stati membri. L’opposizione più rilevante tra gli scettici è quella della Germania, che ha varato un suo piano nazionale da 200 milioni per ridurre le bollette di famiglie e imprese. Fra i favorevoli al price cap i dubbi riguardano il perimetro: solo sulle importazioni dalla Russia o da tutti i fornitori? L’Italia è favorevole a questa seconda ipotesi, che fondamentalmente è la strada che Bruxelles sta cercando di percorrere, senza finora riuscire a trovare un accordo.
Anche perché, ormai, le forniture russe sono diminuite così tanto rispetto alle altre che, pur imponendo a queste sole un tetto al prezzo di acquisto, le bollette degli italiani non si ridurrebbero.
Appuntamento dunque per venerdì 7 ottobre, al Consiglio informale europeo di Praga, in vista del quale si prepara una bozza che, nella formulazione attualmente diffusa dalla stampa, vede il Consiglio invitare la Commissione a «proporre soluzioni praticabili per ridurre i prezzi attraverso un price cap al gas» e ad «accelerare i negoziati per partnership reciprocamente vantaggiose su sicurezza dell’approvvigionamento e riduzione dei prezzi». Le anticipazioni della presidente Ursula von der Leyen:
illustrerò una roadmap in una lettera ai leader in vista del nostro incontro a Praga alla fine di questa settimana. Come Unione europea, abbiamo un notevole potere di mercato. E molti dei nostri fornitori vogliono concludere accordi con noi, che sono vantaggiosi per entrambe le parti.
«Ascolteremo i Paesi membri e agiremo nella maniera e nei tempi appropriati», spiega il portavoce Ue, Tim McPhie. L’appuntamento decisivo sarà poi quello del vertice del 20-21 ottobre, quando è in agenda il Consiglio UE.
Le altre misure allo studio
Fra gli strumenti da potenziare c’è la piattaforma Energy, per gli acquisti congiunti, con l’obiettivo di «evitare uno scenario in cui gli Stati membri tornano a competere fra loro rilanciando le offerte più sui mercati mondiali e fanno salire i prezzi per l’Europa».
Un altro punto su cui si cerca l’accordo è un altro price cap, al gas che serve per produrre elettricità, in modo da spezzare il circolo vizioso che al momento vede salire anche i prezzi dell’elettricità a causa di quelli del gas, con un effetto a cascata sull’intero mercato dell’energia. Fra l’altro, sottolinea van der Leyen, «questo tetto rappresenterebbe anche un primo passo verso una riforma strutturale del mercato elettrico».
Il nodo cruciale è comunque rappresentato dalle tempistiche. L’Europa ha iniziato a ipotizzare il tetto al prezzo del gas nel giugno scorso, con l’Italia in prima fila fra i partner che spingono in questa direzione, ma per il momento ha prodotto solo un piano, approvato dal consiglio europeo dell’Energia, che prevede come misura forte la riduzione dei consumi.
Sul tavolo c’è anche l’idea di un nuovo fondo (Sure 2) proposta all’Ecofin dal ministro francese Bruno Le Maire per il rilancio economico post-crisi energetica, analogo al Fondo Sure per la crisi occupazionale causata dal Covid. Anche su questo punto i paesi scettici sono tanti.