PNRR, nuova tranche UE: cosa potrebbe cambiare con il nuovo Governo

di Barbara Weisz

30 Settembre 2022 10:00

Centrati gli obiettivi PNRR del primo semestre, il Governo Meloni proseguirà nell'attuazione 2022 ma con il programma di proporre modifiche alla UE.

A pochi giorni dalle elezioni, il PNRR torna sotto i riflettori: l’Europa ha dato il via libera alla seconda tranche di finanziamento all’Italia, pari a 21 miliardi di euro, mentre si riaccende il dibattito politico sulle possibili modifiche da apportare al Recovery Plan italiano, come proposto nel programma del Centrodestra, che si avvia a formare un nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni.

Facciamo il punto sullo stato d’attuazione del Piano e sulle revisioni al vaglio.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede che dall’Europa arrivino 191 miliardi (in gran parte a prestito, in minor percentuale a fondo perduto). L’erogazione è subordinata al raggiungimento degli obiettivi programmatici previsti.

I 21 miliardi che l’Europa ha appena sbloccato sono la seconda tranche che spetta all’Italia, e certificano il raggiungimento dei 45 obiettivi previsti dal PNRR per il primo semestre del 2022.

Sono invece 55 gli obiettivi da raggiungere entro fine anno per sbloccare la terza “rata” di Bruxelles che sarà pari a 19 miliardi. Il Governo ha già annunciato un’accelerazione, che porterà a raggiungere 29 obiettivi entro al fine di ottobre.

A novembre si insedierà poi il nuovo esecutivo, che prenderà in mano l’attuazione del PNRR. Sono due gli elementi che vengono affrontati dal programma della coalizione guidata da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: lo stato d’attuazione e le regole.

Il centrodestra vorrebbe modifiche – agendo in accordo con la Commissione UE – per tenere conto delle mutate condizioni economiche, necessità e priorità. Si tratta di una possibilità prevista, che consente agli Stati membri di concordare modifiche a fronte di motivazioni oggettive.

Quali modifiche si vorrebbero? Ad esempio aumentare gli investimenti sull‘energia. Fra l’altro, proprio su questo l’Europa sta mettendo a punto un nuovo pacchetto di misure, nell’ambito di Repower EU. Potrebbe essere questa la sede in cui discutere eventuali nuovi investimenti.

In ogni caso, non sembra esserci nell’immediato alcuna discussione sulle modifiche al PNRR che possa bloccare i finanziamenti. La strada 2022 è già tracciata e il nuovo Governo dovrà solo portare a termine gli obiettivi già previsti, fra l’altro potendo contare su un passaggio di consegne conveniente, che vedrà già raggiunti oltre la metà degli obiettivi del secondo semestre.

La fase di eventuale interlocuzione con la Commissione UE sul PNRR inizierebbe successivamente, nel 2023. E senza alcuna rottura. La speranza è che, quale che sarà la soluzione, non si risolva in un ritardo attuativo che metta a rischio i fondi già previsti.