La strada del nuovo Governo, con ogni probabilità presieduto da Giorgia Meloni, è già tracciata: subito la Legge di Bilancio 2023, eventuali nuove misure contro il caro energia e pezzi dovuti a guerra e inflazione, senza dimenticare la ripresa della campagna vaccinale anti-Covid.
Nel medio termine ci sono da affrontare le riforme urgenti: quella fiscale (in buona parte da riscrivere), delle pensioni (attesa da anni), bonus edilizi (per sbloccare una volta per tutte il mercato dei crediti da Superbonus & co.), di politica industriale e per il lavoro, che si incrociano con quella del Fisco (taglio del cuneo fiscale) e che devono tenere conto dei cambiamenti in atto (smart working, settimana corta, salario minimo).
Verso il Governo Meloni
Su molti di questi punti ci sono già primi orientamenti e indicazioni nel programma della coalizione di Centrodestra che ha vinto le Elezioni Politiche e che dunque si appresta a governare l’Italia.
Le prime parole a fronte del risultato elettorale, espresse dal candidato premier Giorgia Meloni (leader di Fratelli d’Italia, prima forza politica del Paese con il 26% delle preferenze), restituiscono la gravità del momento storico:
Questo è il tempo della responsabilità. Se saremo chiamati a governare la nazione lo faremo per tutti, per unire un popolo esaltando ciò che unisce piuttosto che ciò che divide.
Dunque, consapevolezza del ruolo istituzionale da una parte, deciso schieramento a destra dall’altro.
Primo impegno: la Legge di Bilancio
Per la manovra economica, che andrebbe approvata entro metà ottobre, il calendario si scontra con quello per l’insediamento del nuovo Governo, previsto per novembre inoltrato.
- Risultato: a predisporre la NaDEF d’autunno (la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza che fa da sfondo alla Legge di Bilancio 2023) sarà il Governo Draghi, nei prossimi giorni. Il DEF contiene anche primi elementi sulla prossima manovra, e quest’anno saranno quelli comunicati all’Europa entro il 15 ottobre.
- La Legge di Bilancio vera e propria, invece, sarà predisposta dal Governo entrante, di conseguenza avrà un iter di approvazione più veloce del solito (un copione che si replica: da anni la Finanziaria viene ormai discussa da un solo ramo del Parlamento).
In base alle prime indicazioni, per definire il testo della Legge di Bilancio 2023 si profila all’orizzonte una collaborazione tecnica piuttosto stretta fra l’ex Governo di Mario Draghi e nuovo Esecutivo. Non si escludono interlocuzioni e neppure una possibile mediazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Si tratta, inutile ricordarlo, di una Legge di Bilancio particolarmente importante, inserita in uno scenario con rischi di recessione economica e di inflazione galoppante dopo un semestre di crescita mandato in fumo dall’invasione russa dell’Ucraina.
Prime priorità: energia, guerra e Covid
E proprio sul fronte internazionale Meloni è stata chiara fin dall’inizio: la coalizione di Centrodestra si colloca saldamente sul fronte del sostegno all’Ucraina e dell’alleanza atlantica. Mentre sul fronte nazionale ci sono da gestire le misure a sostegno di imprese e famiglie contro il caro bollette.
Sullo sfondo, la riattivazione della campagna vaccinale anti Covid, con la quarta dose (secondo richiamo booster) per ora limitato a fragili ed over 60 ma da estendere a tutta la popolazione considerato il rischio di nuove ondate di contagi con la stagione fredda. Tempi e modi verranno decisi dal nuovo Governo.
Prime riforme: fisco e flat tax
E siamo agli impegni di medio termine, sui quali il nuovo Governo imposterà prevedibilmente le politiche sulle quali ha puntato in campagna elettorale. Per prima cosa c’è da portare a casa la riforma fiscale.
Nei programmi elettorali si proponeva la flat tax fino a 100mila euro, per le Partite IVA e solo sulla parte incrementale del reddito: è stato un cavallo di battaglia elettorale del Centrodestra, adesso tocca capire come e quando attuarlo.
Se vogliamo seguire il programma politico, si può prevedere anche una nuova rottamazione cartelle: nel programma è previsto un saldo e stralcio dei debiti fiscali e tributari fino a 3mila euro per le persone in difficoltà e, per importi superiori, una maggiorazione del 5% del debito al posto di sanzioni e interessi, con rateizzazione in 10 anni. Altra proposta: tregua fiscale per le “situazioni che precedono la cartella esattoriale”, con sanzione forfettaria del 5% e rateizzazione in 5 anni.
Primi impegni politici: pensioni, lavoro e imprese
Un capitolo caldo è quello della riforma pensioni: il programma elettorale del Centrodestra indica la necessità di favorire una maggior flessibilità in uscita e di alzare i trattamenti minimi. Viste le tempistiche è quasi impossibile inserire elementi di riforma già in Manovra 2023, ma sarà necessario affrontarne il tema perchè scadono Quota 102, APE Sociale e Opzione Donna. Ipotesi probabile: proroga annuale e slittamento a tempi migliori per la riforma vera e propria.
Misure per lavoro e imprese
In tema di politiche del lavoro, oltre al taglio del cuneo fiscale per le aziende che assumono, Fratelli d’Italia ha proposto il ritorno dei voucher per turismo e agricoltura, superamento del reddito di cittadinanza, sostotuito da uno strumento di tutela per soggetti privi di reddito, fragili, inabili, disabili, over 60 enuclei familiari con minori a carico. Ancora: decontribuzione per donne, giovani, soggetti e aree svantaggiate.
Per quanto riguarda le imprese, oltre alla spinta su digitalizzazione e transizione green ci sono punti del programma dedicati al sostegno delle aziende ad alta densità occupazionale, del Made in Italy e dell’Agricoltura.
Le prime indicazioni di Giorgia Meloni
In definitiva, si può dire che sugli obiettivi immediati (Manovra, politica internazionale e Covid) si profila una collaborazione con il Governo uscente, mentre su quelli di medio termine c’è tempo di impostare misure in base al programma.
Alcuni elementi subito emersi, oltre al richiamo alla responsabilità: il rispetto della grammatica democratica (è la prima volta che un partito di destra va al Governo da leader) ma anche i riferimenti alla coerenza, cifra politica della leadership Meloni e quindi ai propri programmi.
In altri termini: un esecutivo di destra, che segna subito una cesura rispetto a tentazioni di eccessiva polarizzazione, rassicurando la comunità internazionale e i cittadini italiani.