Il Consiglio straordinario dell’Unione Europea sul gas si è concluso con un rinvio: non c’è una decisione sulla misura più attesa fra quelle in agenda, ovvero il price cap, ma nemmeno una chiusura. I Ministri dell’Energia dei 22 Stati Membri della UE hanno chiesto che entro metà di settembre si pronunci definitivamente la Commissione.
Sugli altri punti del Piano UE contro il caro energia c’è invece un sostanziale accordo: tassa sugli extraprofitti delle imprese dell’energia, aiuti agli operatori del settore che invece sono penalizzati, risparmio di energia nei mesi invernali.
Eurogruppo: i risultati del vertice
Fra le altre proposte che i Ministri dell’Energia presentano alla commissione UE c’è l’estensione e l’ampliamento, «almeno fino al 31 dicembre 2023» del quadro temporaneo di crisi sugli aiuti di Stato, che consentirebbe di affrontare più facilmente le emergenze legate al caro energia e gli investimenti per la transizione green.
Si attende ora in tempi stretti il Piano UE contro il caro energia, anche se i tempi per il tetto sul prezzo del gas potrebbero allungarsi ulteriormente, fino alla metà di ottobre. I due appuntamenti fondamentali sono i due vertici del Consiglio UE, che riunisce i capi di Stato e di Governo dei Paesi Membri, il 6 e 7 ottobre a Praga e il 20 e 21 ottobre a Bruxelles.
Il braccio di ferro sul price cap
L’Eurogruppo nel vertice del 9 settembre ha dimostrato disponibilità a stringere i tempi, riunendosi nuovamente a metà mese dopo che la Commissione avrà presentato il suo piano. «Se necessario, sono pronto a convocare un’altra riunione straordinaria» dei ministri dell’Energia europei «per decidere misure concrete prima della fine del mese» ha dichiarato il ministro dell’Industria della Repubblica Ceca, Jozef Sikela, che guida la presidenza di turno dell’Ue, al termine del Consiglio straordinario Energia.
La maggioranza dei Paesi è favorevole al tetto al prezzo del gas, misura fin dall’inizio sostenuta con forza dal Governo italiano. Lo riassume il ministro italiano della Transizione ecologica, Roberto Cingolani:
- 15 paesi si sono pronunciati chiaramente a favore di un price cap generalizzato,
- 3 preferirebbero avere il price cap solo sul gas russo,
- 3 non hanno pregiudiziali ma lo vorrebbero subordinato a verifiche di sostenibilità
- 5 Paesi sono contrari o neutrali.
«In questa fase nulla è fuori discussione», ha sottolineato la Commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, secondo la quale «un tetto generalizzato alle importazioni di gas, incluse quelle di Gnl, potrebbe presentare una sfida alla sicurezza dell’approvvigionamento», mentre potrebbe essere più realistico prendere di mira solo il gas russo.