Nonostante la corsa folle dei prezzi del gas, le cui conseguenze a catena sull’intera economia europea stanno mandando in crisi famiglie e imprese, non si riesce ancora a spuntarla sulla decisione comune di imporre un tetto massimo al prezzo del gas in Europa.
La decisione sul price cap preannunciata dalla presidente UE, Ursula von del Leyen, e attesa per venerdì 9 settembre nella riunione dei ministri UE dell’Energia, è slittata ancora.
Ad essere contrari sono Germania e molti paesi dell’Est (Ungheria, Slovenia, Austria, Paesi Bassi e Repubblica Ceca). I motivi addotti: timore di ritorsioni sulle forniture e di cambi di bandiera tra i venditori alternativi alla Russia.
La posizione dell’Italia resta però ferma: imporre un limite massimo al prezzo del gas e per tutti i fornitori, non soltanto la Russia, mentre la proposta von der Leyen si limita al momento al solo costo di fornitura del gas russo. Il governo italiano chiede anche la riforma del mercato elettrico, con il disallineamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas.
Intanto, il prezzo del gas risulta in leggero calo, a 219 euro al megawattora, in apertura del Ttf di Amsterdam, con quotazione in flessione dello 0,69%. L’andamento potrebbe essere ulteriormente condizionato dagli esiti del vertice odierno.
Martedì 13 settembre, tra l’altro, la Commissione Europea presenterà ufficialmente le proposte del nuovo Pacchetto Energia contro l’aumento dei prezzi e l’inflazione, come dichiarato dal Responsabile UE dell’Economia, Paolo Gentiloni. Le cinque proposte comprendono il tetto al prezzo del gas russo, un limite ai profitti delle compagnie che producono energia a basso costo e per le società dei producono petrolio, gas e carbone.
Per la decisione sul price cap, tuttavia, i tempi sono più lunghi. L’ultima parola è passata ai capi di Stato e di governo europei, che si riuniranno il 6 e 7 ottobre a Praga e poi il 20 e 21 ottobre a Bruxelles.