Firmato il decreto interministeriale (Economia e Transizione Ecologica) che proroga al 5 ottobre le misure per lo sconto sul prezzo alla pompa dei carburanti attraverso il taglio di 30 centesimi al litro per benzina, diesel, GPL e metano per autotrazione.
Il Governo sta inoltre mettendo a punto un nuovo decreto da 8-10 miliardi di euro per aggiornare e prorogare le misure contro il caro energia per tutto il quarto trimestre, rinnovando anche il credito di imposta per le imprese energivore, le riduzioni in bolletta, il taglio di accise e oneri di sistema.
Tra le misure allo studio, risorse permettendo, c’è anche una nuova tranche di CIG senza contributo addizionale per i settori più colpiti dal caro energia e dalla difficoltà di reperimento delle materie prime. Di fatto, ad oggi l’Italia è il secondo paese nella UE per aiuti a famiglie e imprese, per un importo pari a 49,5 miliardi (il 2,8% del PIL). Le risorse tuttavia non sono infinite, ragion per cui i tempi del nuovo decreto potrebbero allungarsi.
L’acconto da 4,2 miliardi della tassa sugli extraprofitti delle imprese energetiche scade il 31 agosto ma secondo una prima ricognizione lo hanno versato poco più del 10% delle aziende. In base ai numeri che emergeranno dal rendiconto sarà anche possibile valutare le tempistiche e la portata delle misure da inserire nel prossimo decreto. Non a caso si valuta anche un sistema per rendere più efficiente il sistema di riscossione dell’extra-gettito sui profitti energetici, dimostratosi finora un vero flop e senza il quale è difficile finanziare le nuove proroghe senza scostamenti di bilancio.
Intanto, in vista della scadenza degli sconti alla pompa, per sveltire i tempi si pensa di intervenire inserendone la proroga come emendamento alla legge di conversione del Decreto Aiuti bis (DL115/22), che si trova al momento in Senato. Sullo sfondo, lo ricordiamo, operano da poco anche gli interventi per il credito e la liquidità a famiglie e imprese resi possibili dal Temporary Framework sugli aiuti di Stato concesso in relazione alla crisi russo-ucraina ed energetica.
La situazione è drammatica e tutte queste misure sembrano solo gocce nell’oceano: la corsa dell’inflazione (che ha toccato l’8,4% ad agosto) non si arresta e vanifica gli sforzi per tutelare il potere d’acquisto dei redditi degli italiani; le bollette di famiglie e imprese dissanguano i risparmi e annullano i profitti, oscurando le prospettive di ripartenza che a inizio anno si profilavano dopo la stangata della crisi Covid, il ritorno a settembre presso uffici e scuole renderà la mobilità ed il pieno dell’auto un bene di lusso; l’incognita elettorale ed il cambio di staffetta al Governo rendono incerte le riforme della Legge di Bilancio e del PNRR.
Insomma, piove sul bagnato e la bella stagione è davvero finita. In tutti i sensi.