E’ uno dei capitoli più complessi, per la grande quantità di proposte contenute nei programmi elettorali, e anche più caldi in considerazione del fatto che c’è un disegno di legge delega di riforma fiscale in Parlamento, con alcune forze politiche che si muovono in questo solco ed altre che puntano su differenti priorità.
Vediamo in dettaglio quali sono gli elementi forti in materia fiscale di questa campagna elettorale per le Elezioni Politiche del 25 settembre, in base ai programmi dei principali schieramenti.
I temi fiscali nei programmi elettorali 2022
Tutti programmi prevedono l’abolizione IRAP e l’impegno a ridurre il cuneo fiscale. Inoltre, sono trasversali a tutti i programmi le proposte che prevedevano su una fiscalità agevolata per i giovani. Per il resto, ci sono differenti proposte, e anche un’impostazione differente.
Fisco: le proposte del Centrodestra
Il Centrodestra (composto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati) parte dalla riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e autonomi, evitando anche eventuali nuove tasse patrimoniali. Un altro punto presente nel programma è la volontà di definire una nuova pace fiscale con un nuovo saldo e stralcio.
Fra le altre proposte che maggiormente caratterizzano le politiche fiscali del Centrodestra ci sono l’estensione della flat tax fino a 100mila euro, applicando l’aliquota agevolata al 15% sulla parte incrementale del reddito rispetto all’anno precedente (in prospettiva, c’è anche l’intenzione di allargarne in futuro il raggio d’azione per famiglie e imprese), ed infine una serie di proposte di semplificazione e di compliance.
La Lega sulla flat tax prevede anche un percorso in tre step, che parte dalla sopra citata tassa piatta incrementale e arriva a una sorta di imposta unica universale applicata a tutti, persone fisiche e giuridiche, senza limiti di reddito.
Fisco: le proposte di PD e alleati
Netta presa di posizione contro la flat tax proposta dal Centrodestra, motivata dal fatto che si tratta di un sistema di tassazione che avvantaggia i redditi più alti e sottrae risorse al welfare. Il programma del PD (che si presenta con Verdi e Sinistra Italiana, + Europa, Di Maio), si inserisce nel solco della riforma fiscale ferma in Senato (è già stata approvata alla Camera ma le sorti di questa legge sono rese incerte dalla fine anticipata della legislatura).
Si propone una riduzione IRPEF partendo dai redditi medi e bassi, e una razionalizzazione delle agevolazioni fiscali, trasformando quelle di valenza sociale (spese sanitarie, scolastiche, etc.) in sovvenzioni dirette ai contribuenti, compresi gli incapienti.
Altri temi: semplificazione e miglioramento del rapporto fra Amministrazione e contribuenti attraverso il Codice tributario unico, lo sviluppo del fisco digitale, l’abolizione delle micro-tasse e la riforma della Giustizia tributaria. Ci sono infine alcune proposte specifiche per particolari categorie di contribuenti:
- autoliquidazione mensile delle imposte per Partite IVA, autonomi e liberi professionisti in alternativa al sistema di saldo e acconto,
- detrazione IRPEF al 50% per tutte le startup di persone fisiche under 35,
- aumento stipendi netti fino a una mensilità in più, con l’introduzione progressiva di una franchigia da mille euro sui contributi INPS a carico dei lavoratori dipendenti e assimilati,
- tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito in famiglia,
- rimodulazione IRES premiando le imprese che reinvestono gli utili e quelle a elevato rating ESG (ambientale, sociale, di governance).
Fisco: le proposte di Calenda e Renzi
Il programma fiscale di Azione e Italia Viva è molto articolato. L’obiettivo è quello di un sistema più leggero, partendo dalla riduzione del cuneo fiscale. Molte le proposte specifiche, fra cui segnaliamo:
- IRPEF: unificazione detrazione lavoro dipendente e autonomo, semplificazione della struttura delle aliquote, forme di detassazione specifiche per i giovani, creazione della tassazione negativa (con lo Stato che integra le retribuzioni sotto il minimo esente), detassazione straordinaria di una mensilità extra fino a 2mila 200 euro per il solo 2022 che le imprese possono scegliere di versare ai dipendenti contro il caro inflazione.
- IRES: detassazione completa per gli utili trattenuti in azienda e per quelli destinati a schemi di partecipazione dei lavoratori;
- Flat tax: scivolo biennale dopo il superamento dei 65mila euro,
- Welfare aziendale: detassazione fringe benefit fino a 2mila euro.
Fisco: le proposte del Movimento 5 Stelle
L’obiettivo delle misure fiscali proposte dal Movimento 5 Stelle è analogo a quello delle forze di Centrosinistra, ovvero un sistema più leggero e semplice. Non ci sono indicazioni su imposte e flat tax ma una serie di proposte su temi specifici:
- cashback fiscale sul conto corrente i rimborsi spese che danno diritto a detrazioni,
- cessione crediti edilizi strutturale ed esteso ad altri incentivi, magari legati alla transizione ecologica.
- Cartelle esattoriali con maxi-rateazione.
Fisco: cosa emerge dai programmi a confronto
Il centrodestra punta sulla flat tax, quindi su un sistema di tassazione ad aliquota unica il più esteso possibile. Entrambe le alleanze di Centrosinistra insistono invece su un sistema progressivo, come quello attuale, prevedendo una serie di correttivi. In questo senso, l’impostazione di fondo è analoga. Il PD presenta alcuni punti che riguardano in particolare piccole imprese e lavoro autonomo, l’alleanza Calenda-Renzi formula una serie di proposte innovative (la mensilità extra detassata nel 2022, la tassazione negativa per i bassi redditi). Gli elementi caratterizzanti del programma fiscale del Movimento 5 Stelle sono il cashback e la cessione dei crediti.
Sottolineiamo infine due aspetti. Sia il Centrodestra sia il Movimento 5 Stelle inseriscono misure di pace fiscale anche se di diversa natura: il Centrodestra pensa a nuove rottamazioni e il M5S a una maxi rateazione.