Nel bene o nel male, il Superbonus continua a tenere banco sulle prime pagine dei giornali, traino della ripresa del comparto Costruzioni nel post-Covid ma pomo della discordia nei mesi a seguire, tra lacci fiscali e difficoltà di mercato da un lato e importanti “recidive” per quanto riguarda abusi e truffe dall’altro.
Nel mese di agosto, ad esempio, la Guardia di Finanza ha reso noto di avere sequestrato crediti d’imposta per circa 7 milioni di euro di crediti fittizi, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, facenti capo ad un consorzio costituitosi durante l’emergenza Covid-19 con la presunta finalità di sfruttare in maniera illecita il beneficio fiscale del 110% in relazione a lavori edilizi mai realizzati.
Sfruttando il Superbonus, l’ente consortile indagato è riuscito ad accumulare oltre 24 milioni di euro di crediti IRPEF (stipulando quasi 500 contratti in Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, in veste di commesse per interventi edilizi agevolati) poi monetizzati presso istituti di credito e intermediari finanziari.
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Il tutto, tramite asseverazioni fasulle firmate da un attestatore connivente, sull’avvenuta esecuzione di lavori agevolati e mai svolti, almeno nella metà dei casi. I malcapitati committenti scoprivano così, a loro insaputa, di aver maturato e ceduto i crediti per lavori mai realizzati.
Nello stesso mese, è stata scoperta dalla GdF un’altra frode milionaria legata ai bonus edilizi, in questo caso al Bonus Facciate, sequestrando crediti fittizi e beni per oltre 3 milioni di euro. A luglio, per questastessa tipologia di bonus e per altri crediti edilizi (Ecobonus e Sismabonus), la Guardia di Finanza ha proceduto al sequestro di crediti d’imposta ritenuti fittizi per un valore record di oltre 110 milioni di euro.