Elezioni 2022, le richieste delle imprese alla politica su fisco, lavoro e industria

di Barbara Weisz

12 Agosto 2022 10:00

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Proposte di riforma fiscale, meno burocrazia e niente salario minimo: le richieste delle imprese alle forze politiche in vista del voto il 25 settembre.

Semplificazioni fiscali e burocratiche, accesso al credito, politica industriale per le PMI, energia, mercato del lavoro e politiche attive, con critiche a Reddito di Cittadinanza e Salario minimo: sono i temi fondamentali su cui si concentrano le richieste che arrivano dal mondo delle imprese alle forze politiche in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre.

Le principali realtà associative delle imprese stanno infatti presentando in queste settimane una serie di richieste specifiche alla politica. Vediamo le principali.

Le proposte delle imprese sul fisco

Ci sono alcuni temi che accomunano tutte o quasi le posizioni, per esempio sul fronte della riforma fiscale e delle semplificazioni burocratiche. Poi ci sono proposte più specifiche. Confindustria chiede ad esempio di rivedere l’IRES e di cancellare l’IRAP.

La ricetta di Confartigianato prevede non soltanto il superamento dell’IRAP ma anche pari detrazioni fiscali a tutti i redditi da lavoro indipendentemente dalla categoria reddituale, recupero dei proventi derivanti dalla lotta a evasione ed elusione automaticamente destinato a ridurre la pressione fiscale, medesima modalità di tassazione del reddito d’impresa indipendentemente dalla natura giuridica, tassazione ridotta per le imprese che assumono dipendenti a tempo indeterminato e sugli extra profitti da aumenti di produttività, abrogazione o revisione della disciplina delle società di comodo, modifiche anche sulle perdite fiscali per un loro più rapido recupero, esclusione degli immobili strumentali dall’IMU.

CNA chiede un fisco più leggero, semplice e orientato allo sviluppo, facendo alcune proposte specifiche: anche qui l’utilizzo dei proventi all’evasione per ridurre le tasse, maggior certezze del diritto e delle procedure, sistema duale di imposizione nella tassazione dei redditi d’impresa e di lavoro autonomo, tassazione proporzionale sul reddito che viene lasciato in impresa e tassazione IRPEF solo sui redditi rientranti nella sfera personale dell’imprenditore o del professionista, tassazione premiale sui redditi eccedenti il reddito di riferimento per l’impresa nell’applicazione degli ISA.

Il mercato del lavoro e il salario minimo

Per quanto riguarda il lavoro, sempre Confindustria ritiene sia necessaria una revisione del sistema di welfare e politiche attive, partendo dal Reddito di Cittadinanza, e si dichiara contraria all’introduzione del salario minimo per legge, ritenendo preferibile la contrattazione collettiva e il contrasto al dumping contrattuale. No al salario minimo legale e sì a una buona contrattazione collettiva e alla bilateralità da Confartigianato, che invece si esprime a favore del “lavoro di cittadinanza” e in genere a politiche attive più efficaci, a meccanismi premiali per le imprese che assumono, a sostegni allimprenditoria femminile. CNA a sua volta punta sulla contrattazione, chiede nuove riduzioni del cuneo fiscale e misure per favorire formazione e ricerca di personale specializzato.

Politica industriale per le PMI

PNRR, politiche energetiche e trasformazione green sono ritenuti tendenzialmente strategici dalle rappresentanze degli industriali. Fra le altre richieste, segnaliamo che sia Confartigianato sia CNA insistono sulle politiche industriali per le PMI e il lavoro autonomo, Confartigianato propone misure specifiche per settori specifici, come agricoltura e turismo, CNA insiste sull’internazionalizzazione chiedendo fra le altre cose di proseguire con l’esperienza dei Temporary Manager.