Dopo i beni energetici, la spinta inflazionistica si diffonde agli altri comparti merceologici.Lo confermano le ultime rilevazioni ISTAT. In particolare, schizzano i prezzi per Alimentari lavorati (da +8,1% a +9,5%), Beni durevoli (da +2,8% a +3,3%) e non durevoli (da +2,9% a +3,6%), Servizi per trasporti (da +7,2% a +8,9%) e Servizi vari (da +1,1% a +1,6%), spingendo energetici e alimentari freschi ai massimi storici.
In questo scenario diventa sempre più costoso il “carrello della spesa”, che si attesta a +9,1%.
Nel solo mese di luglio, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) registra un incremento dello 0,4% su base mensile e del 7,9% su base annua (da +8,0% del mese precedente), confermando la stima preliminare. Stesso discorso per l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che aumenta dell’8,4% su base annua (da +8,5% nel mese precedente), confermando le stime provvisorie.
L’inflazione di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi, passa da +3,8% a +4,1%. L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +6,7% per l’indice generale e a +3,3% per la componente di fondo.