Il premier Mario Draghi ha convocato per mercoledì 27 luglio i Sindacati a Palazzo Chigi per un primo confronto sul Decreto Aiuti bis, il primo e più urgente tra i provvedimenti rimasti in sospeso e comunque rientranti nel disbrigo degli affari correnti, nell’agenda di fine mandato del Governo uscente.
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Decreto Aiuti bis: misure e risorse
Il Decreto Aiuti bis, in programma entro la prima settimana di agosto, conterrà nuove misure urgenti per fronteggiare la crisi energetica ed il caro prezzi dovuto all’inflazione, che sta affliggendo da mesi famiglie e imprese. Da qui la necessità di convocazione dei vertici di Cgil, Cisl e Uil per mercoledì alle 10. Il focus dell’incontro sarà proprio il pacchetto di misure in arrivo, per anticipare le quali il Governo si era impegnato a convocare le parti sociali prima che cadesse il Governo.
Soltanto poche settimane fa – era il 12 luglio scorso, ma adesso sembra una vita fa – il Presidente del Consiglio aveva incontrato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. In quel momento di confronto ci si era concentrati sugli sgravi in busta paga e il potenziamento dei salari. Rinviato ancora una volta, invece, il confronto sulla riforma pensioni. Il giorno successivo c’era stato il vertice con il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.
Adesso, con le “mani legate” di un Governo senza pieni poteri, è difficile ipotizzare su cosa verterà l’incontro in relazione alle misure da inserire nel DL Aiuti bis. Prima che cadesse il Governo si parlava di un provvedimento da 10 miliardi, cifra che adesso potrebbe essere ridimensionata oppure reindirizzata, dal momento che non potrà più prevedere né salario minimo né taglio del cuneo fiscale. Ma dovrà contenere misure di ristoro e sostegno, per sostenere il potere d’acquisto dei redditi da lavoro e pensioni in caduta libera con l’inflazione al 9%.
Ipotesi Bonus 200 euro bis
Si parla anche di un nuovo bonus da 200 euro, ossia un rinnovo per un altro mese della somma emergenziale concessa ad una vasta platea di lavoratori e pensionati, ed altre categorie di soggetti. Si tratta di una misura costosa: nella sua prima edizione è costato 6,8 miliardi di euro.
Il possibile rinnovo dell’indennità una tantum potrebbe quindi essere sostituito da un taglio IVA su alcuni beni di largo consumo. La proposta Brunetta in questo senso è quella di tagliare l’IVA sui prodotti alimentari e dei beni di prima necessità, utilizzando l’extragettito per tutelare il potere d’acquisto degli italiani ed il “carrello della spesa” degli italiani.
Resterà invece sicuramente fuori la proposta del Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sui salari minimi per settore da legare ai contratti principali di comparto. Secondo la “Riforma Orlando”, si sarebbe potuto integrare nel provvedimento tutta una serie di misure agevolative (ad esempio, un taglio del cuneo fiscale e una decontribuzione per le assunzioni stabili) e forme di premialità che erano già state condivise con Cgil, Cisl e Uil ma che adesso sono “rimandate a settembre” come minimo.