L’inflazione e la crescente pressione sulla spesa dovuta dell’aumento dei prezzi si ripercuote anche sulle abitudini di consumo degli italiani, che affrontano il carovita anche rivalutando l’accesso al digitale e la richiesta di servizi di connettività.
Secondo l’EY “Decoding the digital home study”, ricerca condotta su 2500 famiglie in Italia e oltre 20mila a livello globale focalizzando l’attenzione sui consumi legati alla tecnologia, ai media e alle telecomunicazioni, il 41% degli italiani è pronto a ridurre il tempo trascorso online. Un trend in controtendenza rispetto alla domanda di connettività e di contenuti TV e streaming, al di sopra della media globale.
Se da un lato si riduce il tempo dedicato alle risorse web, dall’altro lato crescono gli standard qualitativi richiesti dagli utenti in termini di servizi e contenuti. Stando agli esiti dell’indagine, inoltre, il 63% degli italiani teme un aumento dei prezzi degli abbonamenti mensili ai servizi di connettività, mentre il 44% ha timore di pagare troppo per contenuti che non guarda. Il 38% delle famiglie, tuttavia, pagherebbe un premium price per prodotti sostenibili.
Sempre in merito al rapporto tra gli italiani e il digitale, il 47% dei consumatori è interessato a nuove esperienze virtuali e il 30% sperimenterebbe anche esperienze immersive, come il metaverso.
In cima alle preoccupazioni degli italiani compaiono la privacy (63%), i contenuti illeciti (49%) e il wellbeing (34%), ma sono tanti anche gli utenti chiedono un maggiore impegno verso la sostenibilità.
L’utilizzo della rete mobile 5G, infine, è in netta crescita e il 14% degli italiani (+8% rispetto al 2021) dispone già di un piano mobile 5G, mentre il 24% ritiene che il 5G possa diventare la connessione primaria per la casa.