Fra le sanzioni economiche alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina c’è l’esclusione di alcune banche dal sistema finanziario internazionale SWIFT, ossia la codifica che permette di effettuare pagamenti internazionali sui conti bancari per qualsiasi tipo di transazione (scambio di beni, servizi, trasferimenti di denaro, operazioni finanziarie e valutarie) tra privati, enti o Stati.
Nella giornata di lunedì 28 febbraio è atteso l’elenco delle banche escluse da SWIFT. Secondo le anticipazioni della presidente Ue, Ursula von der Layen: si tratta di “importanti banche”. Il commissario per la Politica estera, Jospeh Borrell ha aggiunto che l’intenzione è quella di lasciare aperti canali che consentano operazioni come l’invio di denaro alle famiglie in Russia, o pagare beni necessari.
Swift: cosa è e come funziona
L’acronimo SWIFT sta per Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, un consorzio di cui fanno parte circa 11mila banche e istituzioni finanziarie in 200 paesi. In parole semplici, è un’infrastruttura che serve e regolare velocemente le transazioni finanziarie. Nel 2021 ne sono passate sopra circa 42 milioni al giorno, per circa 5mila miliardi di dollari di scambi quotidiani.
Cosa comporta il blocco SWIFT
Per effettuare pagamenti all’estero (ad esempio un bonifico), privati e aziende che che si appoggiano a banche incluse nel sistema digitale otterranno riscontro immediato, mentre senza poterlo fare è come tornare indietro ai tempi del fax. Senza SWIFT, le banche non possono accettare subito il pagamento né effettuarlo: servono prima tutta una serie di documenti cartacei.
L’esclusione dallo SWIFT ha un obiettivo preciso: impedire le transazioni con l’estero. Ecco perché il blocco delle banche russe spaventa imprese e mercati: da un lato significa rallentare spaventosamente le operazioni finanziarie russe, dall’altro bloccare anche d i commerci con i partner russi. Significa bloccare l’economia russa, nel senso che non sarebbe più possibile (se non con forti difficoltà) fare un’operazione con Mosca, né in entrata né in uscita.
Il danno per l’economia russa sarebbe enorme ma anche per le imprese straniere, ad esempio le aziende italiane che hanno rapporti economici con la Russia non sarebbero più nelle condizioni di operare sul mercato in modo efficiente (le banche non riuscirebbero a fare i relativi pagamenti utilizzando sistemi digitali). Anche le imprese russe con sedi all’estero, e i cittadini residenti fuori dai confini nazionali, avrebbero analoghi problemi. Quindi, si tratta di una sanzione che si ripercuote non solo sull’economia russa ma anche su tutte le imprese di altri paesi del mondo che lavorano con la Russia.
Al momento l’Europa ha deciso per un blocco selettivo, che non riguarda l’intero sistema finanziario russo ma solo una parte di esso. Restano per ora attive nel sistema SWIFT le banche e le istituzioni attraverso le quali passano, ad esempio, le transazioni legate all’import-export di energia. Tuttavia questa è una soluzione conveniente anche per Mosca, che dalla vendita di energia ricava il 40% del PIL.
Quale differenza tra codice IBAN e SWIFT?
Quando si effettuano transazioni e bonifici verso un conto estero, è necessario fornire al proprio istituto di credito sia il codice SWIFT (che identifica la banca) sia il codice IBAN (che identifica il conto) del destinatario. Mentre l’IBAN è il codice alfanumerico che, almeno in Italia, è comporto da 27 caratteri, lo SWIFT (noto anche come codice BIC) è costituito da una serie di cifre che vanano dagli 8 agli 11 caratteri.
Per la precisione, mentre “SWIFT” indica il sistema di comunicazione tra banche, “BIC” (Bank Identifier Code) è il codice identificativo della banca, utilizzato dal sistema. Nella pratica, i due codici coincidono.
Alternativa criptovalute e CIPS
Le possibili altre soluzioni – come i pagamenti in criptovalute o l’ingresso delle banche russe in altri circuiti bancari digitali come quello cinese CIPS – sono tutte ipotesi non praticabili immediatamente, o perché richiedono complessi adeguamenti informatici o perché creano problemi sul fronte delle regole finanziarie.
Effetti sul caro energia
Un’altra questione rilevante riguarda le compravendite e i rapporti economici fra la Russia e gli Stati o gli enti pubblici. Primi fra tutti, il gas e il petrolio. Proprio la questione energetica ha maggiormente rappresentato un punto di dibattito internazionale, con diversi paesi, fra cui l’Italia (grande importatore di gas russo), inizialmente contrari.
Via libera a fonti alternative
Il Consiglio dei Ministri si è intanto riunito lunedì 28 febbraio, approvando un decreto legge che introduce misure urgenti in relazione agli effetti della guerra in Ucraina, intervenendo in diversi ambiti. Per quanto riguarda i rischi legati alle forniture di energia, introduce misure di adeguamento del funzionamento del sistema nazionale di gas naturale.
A scopo preventivo, si autorizza l’adozione delle misure di aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda previste in casi di emergenza. La norma rende infatti subito attuabile (qualora necessario) la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche oggi attive, attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti (fermo restando il contributo delle energie rinnovabili).