«Il governo vuole che il meccanismo funzioni e i correttivi dovrebbero trovare posto in un emendamento a cui sta lavorando il ministero e il Parlamento»: è quanto ha dichiarato il Premier, Mario Draghi, in conferenza stampa a margine del Consiglio dei Ministri di venerdì 11 febbraio, riferendosi alla spinosa questione dei bonus edilizi a rischio paralisi.
A fornire ulteriori dettagli è stato il Ministro dell’Economia, Daniele Franco: «si possono pensare ulteriori affinamenti, stiamo pensando di tracciare meglio», «potremmo avere dentro il sistema bancario una possibilità più ampia, con due o tre cessioni» del credito. «Tutto si può fare, ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe che son
Confermata dunque la marcia indietro del Governo sulla cessione multipla dei crediti di Superbonus e detrazioni edilizie, mentre continua il pressing sia delle imprese del settore, sia da parte delle forze politiche.
Le richieste degli operatori
Le sigle della filiera delle costruzioni e i Consigli nazionali delle professioni coinvolte, chiedono – tra gli altri – una modifica urgente in materia di cessione del credito in relazione agli incentivi per la riqualificazione energetica e sismica degli edifici (superbonus e non solo). La preoccupazione è quella di affossare nuovamente un comparto fortemente penalizzato dalla crisi pandemica e che, grazie alla ripresa dovuta al traino degli incentivi emergenziali, sta generando un impatto positivo su PIL, occupazione ed economia reale.
Abbiamo la comune preoccupazione sul rischio che l’articolo 28 del D.L. Sostegni metterà in ginocchio nuovamente, e, probabilmente, irreversibilmente, le prospettive di lavoro di migliaia di imprenditori, professionisti e operatori del settore, seri e corretti nello svolgimento delle proprie rispettive attività, ma anche dei tanti cittadini che auspicano, finalmente, di avere abitazioni migliori e più sicure.
La richiesta al Governo è dunque quella di un tempestivo intervento del Governo, anche in un prossimo provvedimento.
Mercato crediti: il nodo frodi
Alla Camera sono state presentate nei giorni scorsi tre interrogazioni parlamentari, che segnalano l’impatto negativo su un mercato in ripresa come quello delle costruzioni, e chiedono soluzioni. Una prima motivazione della situazione corrente è stata intanto fornita dal sottosegretario all’Economia, Federico Freni, il quale ha ricordato che la stretta prevista dal Sostegni-ter, che sostanzialmente impedisce le cessioni multiple limitando lo scambio di crediti ad una sola volta per ciascun soggetto coinvolto, sia soltanto quella di impedire le frodi. Su questo fronte, si segnalano i dati forniti dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in audizione al Senato proprio sul dl Sostegni-ter: 4,4 miliardi di euro di crediti inesistenti, su un totale di 38,4 miliardi di euro comunicati al fisco tramite l’apposita piattaforma. Anche Freni, rispondendo alle interrogazioni, ha rilevato come nell’ambito di queste agevolazioni siano stati scoperti «fenomeni di frode di entità particolarmente rilevante».
I possibili correttivi
Allo studio ci sono dunque correttivi sulle attuali regole che limitano la cessione del credito. Dalle anticipazioni del Primo Ministro, sembrerebbe trattarsi di un intervento in sede di conversione in legge del Sostegni-ter. L’obiettivo è quello di proseguire sulla strada di contrasto alle frodi, che evidenziano anche il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, senza penalizzare il settore, che grazie ai bonus edilizi registra una decisa ripresa dopo gli stop durante i lockdown Covid. Fra le ipotesi più gettonate, confermate dalle parole del Ministro Franco, quella di sbloccare le cessioni multiple, limitando però la possibilità di effettuare queste operazioni alle banche e ai soggetti finanziar vigilati dalla Banca d’Italia.
l’importante è che si riprenda l’attività, che tutti gli intermediari tornino ad accettare le richieste e che il mercato riparta in modo più sicuro di prima.
«Asseverazione, controllo ex ante dell’Agenzia delle Entrate, limiti al numero di cessioni dei crediti: vanno tutti nella direzione di assicurare certezza agli operatori. Quindi, massima priorità a far funzionare questo meccanismo. Ma deve funzionare in condizioni di certezza, che aiuteranno il sistema a funzionare meglio».