Lo spirito di iniziativa degli italiani, la loro creatività e solidarietà, lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istituzioni ci hanno permesso di ripartire. Hanno permesso all’economia di raggiungere risultati che adesso ci collocano nel gruppo di testa dell’Unione. Ma questa ripresa, per consolidarsi e non risultare effimera, ha bisogno di progettualità, di innovazione, di investimenti nel capitale sociale, di un vero e proprio salto di efficienza del sistema-Paese.
E’ uno dei passaggi chiave del discorso di insediamento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, eletto per la seconda volta a Capo dello Stato, che ha dedicato ampio spazio al ruolo delle imprese, al sistema produttivo e alle sfide di crescita. Una visione del futuro che può (o forse deve) essere considerata una base di analisi in questa fase di ripartenza dopo la peggiore emergenza della storia del dopoguerra.
Il discorso di insediamento per il Mattarella-bis
Il faro illuminante del discorso ha riguardato la Costituzione, attraverso i cui principi Mattarella ha declinato le sfide che il Paese ha davanti, e gli obiettivi da raggiungere, senza lesinare critiche costruttive, con chiara indicazione della direzione da intraprendere, con passaggi concreti e privi di retorica. Vediamoli punto per punto.
L’uscita dall’emergenza Covid
Nel momento in cui i Presidenti di Camera e Senato mi hanno comunicato l’esito della votazione, ho parlato delle urgenze – sanitaria, economica, sociale – che ci interpellano. Non possiamo permetterci ritardi, né incertezze. La lotta contro il virus non è conclusa, la campagna di vaccinazione ha molto ridotto i rischi, ma non ci sono consentite disattenzioni. È di piena evidenza come la ripresa di ogni attività sia legata alla diffusione dei vaccini che proteggono noi stessi e gli altri. Questo impegno si unisce a quello per la ripresa, per la costruzione del nostro futuro.
Le sfide per il Paese
L’Italia è un grande Paese. Lo spirito di iniziativa degli italiani, la loro creatività e solidarietà, lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istituzioni ci hanno permesso di ripartire. Hanno permesso all’economia di raggiungere risultati che adesso ci collocano nel gruppo di testa dell’Unione.
L definizione della vera sfida, ossia la ripresa duratura:
per consolidarsi e non risultare effimera, ha bisogno di progettualità, di innovazione, di investimenti nel capitale sociale, di un vero e proprio salto di efficienza del sistema-Paese.
Le priorità
Per il Governo e per le istituzioni, le sfide sono tante, ma le priorità sono adesso i prezzi dell’energia e delle materie prime e il rilancio dell’economia «all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della transizione ecologica e digitale». Stabilità che significa dinamismo, lavoro, sforzo comune. «I tempi duri che siamo stati costretti a vivere ci hanno lasciato una lezione: dobbiamo dotarci di strumenti nuovi per prevenire futuri possibili pericoli globali, per gestirne le conseguenze, per mettere in sicurezza i nostri concittadini. L’impresa alla quale si sta ponendo mano richiede il concorso di ciascuno».
L’appello alla classe dirigente
Forze politiche e sociali, istituzioni locali e centrali, imprese e sindacati, amministrazione pubblica e libere professioni, giovani e anziani, città e zone interne, comunità insulari e montane. Vi siamo tutti chiamati. L’esempio ci è stato offerto da medici, operatori sanitari, volontari, da chi ha garantito i servizi essenziali nei momenti più critici, dai sindaci, dalle Forze Armate e dalle Forze dell’ordine, impegnate a sostenere la campagna vaccinale: a tutti va riaffermata la nostra riconoscenza. Questo è l’orizzonte che abbiamo davanti.
Qui si possono inserire altri passaggi, che riguardano sempre le classi dirigenti, e contengono un’indicazione precisa sul rapporto fra innovazione e processi decisionali:
I grandi cambiamenti che stiamo vivendo a livello mondiale impongono soluzioni rapide, innovative, lungimiranti, che guardino alla complessità dei problemi e non soltanto agli interessi particolari.
E ancora:
L’esigenza di governare i cambiamenti sempre più rapidi richiede risposte tempestive. Tempestività che va comunque sorretta da quell’indispensabile approfondimento dei temi che consente puntualità di scelte. Occorre evitare che i problemi trovino soluzione senza l’intervento delle istituzioni a tutela dell’interesse generale: questa eventualità si traduce sempre a vantaggio di chi è in condizioni di maggiore forza.
Attenzione, non è solo questione di giustizia, ma anche di efficacia:
I regimi autoritari o autocratici tentano ingannevolmente di apparire, a occhi superficiali, più efficienti di quelli democratici, le cui decisioni, basate sul libero consenso e sul coinvolgimento sociale, sono, invece, più solide ed efficaci.
La vision
Con un’analisi a 360 gradi, Mattarella ha toccato i grandi temi di politica internazionale, le riforme, il rispetto della democrazia, il ruolo delle Istituzioni. Ci sono stati passaggi particolarmente importanti come quelli dedicati alla riforma della giustizia, all’antirazzismo, alle migrazioni, al diritto allo studio, ai giovani, alla lotta alle mafie, alla cultura.
Per il mondo del lavoro e delle imprese, si guarda all’Europa:
La Conferenza sul futuro dell’Europa non può risolversi in un grigio passaggio privo di visione storica ma deve essere l’occasione per definire, con coraggio, una Unione protagonista nella comunità internazionale.
Ci sono considerazioni relativa al rapporto fra crescita e giustizia sociale:
Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno per ogni prospettiva reale di crescita.
E ancora:
La pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo.
Sono precise indicazioni che riguardano lo sviluppo e coniugano i valori fondanti della democrazia con la ripresa e la crescita. Con richiami specifici alla sicurezza sul lavoro, l’occupazione femminile, la precarietà e il futuro dei giovani.