Quirinale, i primi nomi dopo la fumata nera

di Anna Fabi

Pubblicato 25 Gennaio 2022
Aggiornato 26 Gennaio 2022 16:05

Ancora fumata nera per il nuovo Presidente della Repubblica ma spuntano i primi possibili candidati: verso un vertice ampio fra tutte le coalizioni.

Nulla di fatto anche nella seconda giornata di voto per il presidente della Repubblica. Si va quindi alla terza tornata di mercoledì 26 gennaio, l’ultima che richiede la maggioranza qualificata dei due terzi del Parlamento. Da giovedì, con la quarta votazione, basta la maggioranza assoluta dei grandi elettori, riducendo il quorum da 673 a 505 voti.

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Nel dettaglio, la seconda votazione ha visto 527 schede bianche. Fra i nomi votati, ancora il giurista Paolo Maddalena, i deputati Roberto Cassinelli e Renzo Tondo, Ettore Rosato, vicepresidente della Camera. Da sottolineare, una quarantina di voti per l’attuale Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Ed anche la seconda giornata ha visto numerosi vertici politici, culminati nella presentazione di una rosa di candidati da parte del centrodestra – Letizia Moratti, ex ministro della Pubblica istruzione, attualmente assessore alla Sanità in Lombardia, Marcello Pera, ex presidente del Senato e Carlo Nordio, magistrato – mentre dal vertice di centrosinistra non esce ancora alcun nome alternativo. Le proposte di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia non vengono considerate adeguate a raccogliere ampi consensi e s richiede  un nuovo vertice ristretto fra due delegazioni del centro destra e centro sinistra-M5s.

Lunedì, lo ricordiamo, la giornata era stata caratterizzata da un vertice fra il premier, Mario Draghi, e il leader della Lega, Matteo Salvini, nonché da colloqui fra lo stesso Draghi con Conte e Letta, e da vertici di Salvini prima con Letta e poi con Conte. Dunque, strada ancora in salita, senza un ampio accordo su un nome, ma con trattative a tutto tondo.

Mercoledì 26 gennaio le votazioni in Parlamento iniziano alle 11 della mattina.  Se non verrà eletto il presidente della Repubblica, dal 27 si vota a maggioranza assoluta. Non si esclude che da giovedì possano esserci due votazioni al giorno: la richiesta è stata presentata al presidente della Camera, Roberto Fico, che prenderà una decisione prevedibilmente mercoledì 26 gennaio.