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Pensioni, fisco e lavoro: il 16 dicembre sciopero contro la Manovra

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 7 Dicembre 2021
Aggiornato 10 Aprile 2024 07:16

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Sciopero generale giovedì 16 dicembre indetto da Cgil e Uil contro la Manovra economica 2022: astensione lavorativa di 8 ore, esonerato il settore Sanità.

I sindacati Cgil e Uil hanno proclamato uno sciopero generale per giovedì 16 dicembre, della durata di 8 ore: la protesta riguarda le misure contenute nella Legge di Bilancio 2022 in ambito fiscale e pensionistico ma anche lavorativo e di politica industriale, ritenute inadeguate a contrastare la crisi economica in atto.

Dallo sciopero è esonerato il settore della sanità pubblica e privata, comprese le RSA, per salvaguardare il diritto prioritario alla salute dei cittadini in questa fase di emergenza pandemica.

I motivi dello sciopero

A margine dei vertici con l’Esecutivo svoltisi nelle ultime settimane – pur apprezzando gli sforzi del Governo Draghi – il disegno di legge della Manovra e gli emendamenti in via di approvazione sono considerati insoddisfacenti e incapaci di combattere la precarietà sul lavoro, soprattutto per donne e giovani.

Il programma

Per giovedì 16 dicembre è dunque prevista una manifestazione nazionale a Roma e iniziative analoghe in altre città. Martedì 7 dicembre, invece, i Segretari generali di Cgil e Uil tengono una conferenza stampa per illustrare ragioni e modalità dello sciopero.

Le reazioni

Ribadendo una posizione già espressa a margine del tavolo sulla riforma delle pensioni e su quello per la riduzione della pressione fiscale attraverso la riforma IRPEF, allo sciopero non aderisce invece la Cisl, che prende le distanze dalla protesta con le motivazioni sintetizzate dal segretario Luigi Sbarra:

il Paese ha bisogno di coesione e responsabilità per costruire insieme una prospettiva di ripartenza e sviluppo, per arrivare al «patto sociale indicato anche dal presidente Draghi.

Scetticismo anche da Palazzo Chigi, che ritiene la Manovra fortemente espansiva, offrendo “sostegno a lavoratori pensionati e famiglie con fatti, provvedimenti e significative risorse”. Sulle contestazioni riguardo all’uso delle risorse per il taglio IRPEF, ha commentato il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, il 90% andrà a lavoratori e pensionati: sicuramente non è una riforma che li penalizza. L’auspicio è che ci sia ancora spazio per il dialogo.