Qual è lo stato di salute del mercato della nautica da diporto? Cosa è accaduto nell’anno del Coronavirus e cosa attendersi dal 2021? Il punto della situazione lo si trova nella terza edizione di Monitor, il rapporto dell’Ufficio Studi di Confindustria Nautica in collaborazione con Fondazione Edison e Assilea e il patrocinio del Ministero dei Trasporti.
Nautica ieri e oggi
La nautica ha tenuto, in particolare nel settore delle unità da diporto: il 44% degli operatori dichiara addirittura un aumento del fatturato (rispetto ad un 41% di riduzione). Dati simili li troviamo nel settore accessori e motori, dove circa il 40% ha dichiarato una contrazione mentre il 35% stabilità rispetto agli anni precedenti. Il fatturato complessivo dovrebbe attestarsi intorno ai 4,8 miliardi di euro in linea con il 2019. Situazione diversa per l’indotto generato dal turismo nautico, dove emergono gli effetti della pandemia sugli spostamenti internazionali, con l’evidente mancanza di clientela extra UE nel Mediterraneo. Se per la portualità e i servizi circa il 57% del campione segnala una riduzione di fatturato, questo dato sale all’82% per il segmento del charter nautico, con due imprese su tre che indicano una contrazione del volume di affari superiore al 20%. Non ci sono problemi per il segmento dei superyacht: l’industria italiana è al vertice per gli ordini delle unità superiori a 24 metri, con 407 yacht in costruzione su un totale di 821 a livello globale. Per il nostro Paese si tratta del maggiore numero di ordini registrato nel Global Order Book dal 2009 in poi. In crescita anche il mercato del leasing nautico è tornato a crescere, con un 15,9% in più di contratti rispetto al 2019. Al primo posto troviamo sempre il sotto comparto della nautica da diporto, pari al 96% del leasing nautica complessivo.
Vendite, turismo, prospettive
Le imprese dell’industria nautica mostrano fiducia per il 2021: per il settore unità da diporto la maggior parte stima una crescita, anche nelle attività legate al turismo nautico. Tra gli effetti della pandemia c’è stata una polarizzazione tra chi ha avuto difficoltà economiche e chi invece è riuscito ad accumulare risparmi o fare affari, ingrossando le fila di coloro che possono permettersi una barca, la cui la domanda in certi cantieri doppia l’offerta. Oltre al desiderio di viaggiare dopo tante restrizioni c’è anche un fattore sociologico che interviene: un periodo in barca garantisce il distanziamento in vacanza, senza rischiare contatti con estranei. Per il 2021 si prevede dunque una crescita delle vendite ai privati di circa il 5%. Soprattutto barche a motore sotto i 40 piedi e dayboating. L’aumento per la navigazione a motore è stimato a +10%. Nel segmento monoscafi e multiscafi a vela la crescita dovrebbe essere di +2%. Il rilancio del mercato charter è previsto invece non prima del 2022. Le previsioni sono più cupe per il settore flotte a noleggio, motore della crescita fino all’inizio della pandemia: si prevede un dimezzamento delle vendite nel 2021, prima di una ripresa il prossimo anno.
Salone nautico di Venezia
Fino al 6 giugno, è in programma la seconda edizione del Salone nautico di Venezia, presso lo storico Arsenale: dopo la pausa 2020 dovuta alla pandemia, quest’anno gli espositori sono passati da 87 a 160 e le barche dalle 102 a 220. Questo evento è carico di significati, in primis la ripartenza del settore turistico dopo la pandemia. Ma non mancano le tematiche di sostenibilità ambientale, trattate trasversalmente in diversi eventi in programma. L’obiettivo è la definizione di azioni concrete per sviluppare meccanismi efficaci di tutela e protezione delle aree marine e costiere sensibili, oltre alla necessità di far crescere una nuova cultura marittima. Tra gli appuntamenti sul tema: “Waterfront: riflessioni sui fronti d’acqua”, “Oceani sunt servandi”, “Removal of marine litter and circular economy: challenges and opportunities”.