Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Sostegni bis: «è un decreto in parte diverso dal passato, perchè guarda al futuro, al Paese che riapre, ma non lascia indietro nessuno«, ha spiegato il premier Mario Draghi, illustrando il nuovo decreto Imprese, Lavoro, Giovani e Salute insieme ai ministri dell’Economia Daniele Franco, e del Lavoro Andrea Orlando. Nel provvedimento, ci sono 17 miliardi di indennizzi a imprese e attività economiche, 9 mld alla liquidità delle imprese, 4 mld ai lavoratori. I quali, ha sottolineato Draghi, nei prossimi mesi saranno accompagnati in un percorso che sarà complicato, nell’ambito di «una congiuntura positiva ma difficile nello stesso tempo».
Il premier, ha anche anticipato anche una serie di elementi che riguardano l’andamento dell’economia. Grazie alle riaperture, e agli incoraggianti dati sul rischio contagio, dovuti soprattutto alla campagna vaccinale, la crescita 2021 potrà essere più robusta del previsto. In Italia e anche in tutta Europa. E’ atteso un primo rimbalzo già nel secondo trimestre. E si attende una crescita sostenuta. Nell’ambito di questo quadro, è fondamentale il Recovery Plan. Vediamo nel dettaglio le principali misure contenute nel decreto approvato.
Fondo perduto: le due opzioni alternative
Per il contributo a fondo perduto alle Partite IVA si conferma il doppio binario.
- In automatico, tutti coloro che hanno già ricevuto l’indennizzo previsto dal primo decreto Sostegni, ricevono subito un analogo indennizzo, direttamente sul conto corrente.
- In alternativa, viene introdotta – su domanda dell’interessato – la possibilità di ottenere il contributo a fondo perduto parametrato alla perdita di fatturato non più dell’intero 2020, ma del periodo primo aprile 2020 – 31 marzo 2021. La perdita deve sempre essere pari al 30%. In questo caso, dopo aver ottenuto il ristoro automatico, incasserà la differenza sul contributo spettante.
Importi del ristoro
- La percentuale dell’indennizzo, calcolato rispetto alla differenza di fatturato medio mensile del periodo considerato, è analoga a quella previsto dal dl 41/2021.
- Le imprese e le Partite IVA che non hanno ricevuto i precedenti ristori, hanno diritto a un indennizzo più alto, con percentuali che vanno dal 90% della perdita di fatturato medio mensile (per chi incassa fino a 100mila euro) al 30% (per chi fatturato da 5 a 10 milioni di euro).
In base alla perdita a fine anno, è previsto un ulteriore contributo a fondo perduto, previa domanda all’Agenzia delle Entrate, parametrato alla perdita 2020, verificato in base dei risultati di esercizio che spetta solo se si verifica una perdita di risultato pari ad almeno una certa percentuale, che verrà stabilità con decreto del ministero dell’Economia, e che sarà calcolato applicando al calo dell’utile – al netto dei ristori già presi – un’aliquota che verrà stabilita da decreto stesso.
Misure per imprese
Oltre ai contributi per imprese e Partite IVA, il Decreto Legge Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali (che vale in tutto 40 miliardi), conterrà nuovi indennizzi per le attività economiche e i settori particolarmente colpiti (fra gli altri, turismo, tessile, export), lavoratori e famiglie in particolare difficoltà, nuovi imprenditori, contribuenti alle prese con debiti fiscali, artigiani e negozianti sommersi da tasse e bollette, autonomi e precari in cerca di sostegni specifici, giovani, fasce deboli. Nel dettaglio, si attendono:
- nuovi indennizzi (100 milioni lo stanziamento) per le attività rimaste chiuse per almeno quattro mesi fra inizio 2021 e data di conversione del dl appena approvato a causa delle restrizioni Covid,
- nuovo credito d’imposta al 60% sugli affitti (proroga al 31 luglio per i canoni di locazione degli immobili ad uso non abitativo e affitto d’azienda),
- sconti su bollette e altri costi fissi, come la TARI.
Misure per il credito
Sul fronte della liquidità per le imprese, fra le misure attese c’è la proroga della moratoria prestiti bancari (non più automatica ma su richiesta) al 31 dicembre 2021, e l’allungamento dei termini, sempre al 31 dicembre, per i prestiti garantiti da SACE e Fondo di Garanzia PMI. Su quest’ultimo fronte, ci sono modifiche anche alle modalità dei finanziamenti, che per esempio vengono allungati a dieci anni.
Altre misure
Per i contribuenti, viene esteso a fine giugno dello stop alla ripresa della riscossione. Annunciata anche una norma “salva-conti” per i Comuni, novità sugli sfratti, agevolazioni per l’acquisto ed il mutuo prima casa dei giovani. E poi l’intero pacchetto lavoro, con le misure per tutelare i lavoratori a fine blocco dei licenziamenti ed agevolare le imprese nella loro ricollocazione. Fra le altre:
- altre quattro mensilità di reddito di emergenza (REM) da giugno a settembre,
- nuovo bonus da 1.600 euro ai lavoratori stagionali, turismo e spettacolo, già destinatari dei 2.400 euro del primo decreto Sostegni,
- 26 settimane di cassa integrazione fino al 31 dicembre, per aziende con riduzioni di fatturato almeno del 50%,
- potenziamento del contratto di espansione,
- nuovo contratto di rioccupazione, per il reinserimento nel mercato di lavoratori di disoccupati: è a tempo indeterminato ma incentivato (ad esempio con esenzioni contributive), e prevede un progetto di reinserimento (al termine del quale si può recedere dal contratto).
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Il decreto contiene anche ampi capitoli dedicati ai giovani, alla Scuola, alla Sanità. Due le misure che il premier ha sottolineato in conferenza stampa. Le nuove agevolazioni per l’acquisto della casa per i giovani fino a 35 anni, con lo sconto sulle imposte di registro e la garanzia dello Stato all’80% in presenza di determinati requisiti ISEE (indicatore della situazione economica equivalente). E gli stanziamenti per la ricerca di base, con la creazione di un fondo italiano per la scienza. Una misura che ha, fra le altre cose, l’obiettivo di trattenere i giovani ricercatori. Infine, per quanto riguarda la Scuola, ha annunciato un concorso per gli insegnanti con tempistiche brevi (in tempo per l’inizio dell’anno scolastico). E l’obiettivo di tornare al meccanismo dei concorsi annuali.