La Commissione Europea ha messo a punto per gli Stati membri una nuova proposta di allentamento delle restrizioni anti Covid per i viaggi verso la UE, tenuto conto del procedere spedito della campagna di vaccinazione, almeno per la provenienza da Paesi in cui la situazione epidemiologica è sotto controllo. La proposta, anche in visto del digital green pass in arrivo a giugno, è quella di rimuovere le limitazioni per le persone a cui è stata somministrata l’ultima dose del vaccino (autorizzato nell’UE o in elenco OMS).
Si propone anche di rendere meno severi i parametri rischio con cui vengono classificati i diversi paesi (al momento quelli senza restrizioni sono solo 7), controbilanciato però da un nuovo meccanismo di “freno di emergenza” per tenere a bada varianti e macro-focolai.
Viaggi liberi per i vaccinati
La Commissione UE propone in pratica di revocare le restrizioni sui viaggi non essenziali (es.: per motivi turistici) di persone vaccinate che si spostano nella UE, prendendo a riferimento come data minima quella di una vaccinazione completata almeno 14 giorni prima del viaggio. Inoltre, nel caso si derogasse dall’obbligo di tampone negativo e/o di quarantena per le persone vaccinate, si propone anche di prevedere tali semplificazioni anche per viaggiatori vaccinati provenienti da paesi terzi.
L’obiettivo è arrivare preparati al debutto del certificato verde digitale. I viaggiatori dovrebbero infatti poter attestare la propria situazione vaccinale su base individuale o mediante certificato come equivalente. Ma anche riconosciuto da paesi terzi in base al proprio diritto nazionale. Da qui, l’utilità di prevedere un portale che consenta ai viaggiatori di chiedere il riconoscimento di un certificato di vaccinazione, anche rilasciato da un paese terzo, come prova della vaccinazione e/o il rilascio di un certificato verde digitale.
I minori, invece, non essendo al momento inclusi nei piani vaccinali, dovrebbero poter viaggiare con i genitori vaccinati se in possesso di un test PCR COVID-19 negativo effettuato al più tardi 72 ore prima dell’arrivo. In questi casi, gli Stati membri potrebbero richiedere test aggiuntivi dopo l’arrivo.