Il Superbonus 110%, o meglio il credito d’imposta ottenuto in caso di lavori di efficientamento energetico e/o miglioramento antisismico degli edifici, così come gli altri crediti cedibili a terzi, potrebbe essere utilizzato come mezzo di pagamento di beni e servizi. Si tratta di una proposta avanzata dalle Commissioni Bilancio e Politiche UE del Senato nello schema di relazione sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
=> Bonus 110%: libero scambio dei crediti d'imposta
Analizziamo in dettaglio la richiesta della Commissioni al Governo Draghi sul Recovery Plan italiano.
Crediti d’imposta per pagare beni e servizi
L’idea che sta alla base della proposta delle Commissioni è di implementare un’infrastruttura digitale che consenta:
- la certificazione dei crediti di imposta derivanti dall’introduzione del Superbonus 110% e degli altri crediti d’imposta cedibili, compresi i crediti maturati dalle imprese per gli investimenti nel Mezzogiorno e per gli investimenti in beni strumentali,;
- un’ampia circolazione di tali crediti tra gli operatori come mezzi di pagamento di beni e servizi.
Questo anche al fine di immettere una grande capacità finanziaria nel sistema economico senza alimentare debito.
Ricordiamo che lo schema di relazione sul PNRR è attualmente all’esame delle Commissioni Bilancio della Camera e Senato e che la scadenza finale per inviare il Recovery Plan nazionale a Bruxelles è fissata per il 30 aprile 2021.
Tra le proposte c’è anche quella di estendere al 2023 il Superbonus del 110% con l’obiettivo, dichiarato anche dal ministro degli esteri Luigi Di Maio durante il convegno online di Legambiente, di orientare la ripresa dell’Italia dalla pandemia non verso un ritorno alla situazione precedente ma verso una transizione duratura orientata al verde e al digitale.