Nonostante l’emergenza causata dal Covid abbia creato nuove vulnerabilità e messo le aziende davanti a sfide impreviste, i manager mostrano un certo ottimismo verso il futuro e pensano di tornare ai livelli di fatturato pre-pandemia entro il 2022. La pensa così il 91% dei dirigenti coinvolti nella survey relativa alla 23esima edizione del “EY Global Capital Confidence Barometer”, che segnala un cauto miglioramento delle aspettative rispetto al 2020. Secondo l’indagine, solo il 16% delle aziende italiane afferma di non aver avuto ripercussioni dal punto di vista dei ricavi, mentre scende fino al 7% la percentuale delle imprese che sostiene di non aver subito un calo della redditività nel 2020.
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Ad accomunare il tessuto imprenditoriale nazionale è il desiderio di ripartire grazie a nuovi investimenti e a una rinnovata offerta di prodotti e servizi. Solo il 14% dei manager, tuttavia, mostra un impegno concreto nell’analisi degli impatti a lungo termine della crisi sul business e sulla relativa industry, mentre appena il 12% sembra pronto a delineare le specifiche aree di investimento a supporto della transizione digitale.
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Secondo la maggioranza dei top manager, inoltre, la crescita dipenderà anche dalle strategie di posizionamento nei mercati stranieri e dalla capacità di valorizzare la formazione dei lavoratori.
Per quanto riguarda i rischi che le aziende italiane sono chiamate ad affrontare, il 15% degli intervistati teme che il protrarsi della pandemia possa avere effetti negativi sulle performance di breve medio termine, una percentuale nettamente inferiore al 29% relativo agli interpellati a livello globale.