Dopo Pasqua riaprono le scuole fino alla prima media anche in zona rossa: nidi, asili, scuola dell’infanzia (materna), primaria (elementari) e secondaria di primo grado (prima media); per il resto della popolazione studentesca resta la didattica a distanza nelle percentuali previste in zona arancione mentre tutte le superiori restano in DAD in zona rossa. Sulle altre regole dal 6 aprile in poi, contenute nel prossimo Decreto Covid (o DPCM), si decide in base alla curva dei contagi. Nella giornata du lunedì 29 marzo è in programma una riunione con il Cts, mentre il testo del decreto dovrebbe essere pronto mercoledì 31 marzo e potrebbe prevedere il monitoraggio dei dati a metà mese per valutare l’allentamento di alcune restrizioni, ad esempio per bar e ristoranti, che in alcune circostanze potrebbero aprire a pranzo.
Allo studio anche dei meccanismi di flessibilità per cinema e teatri ed il ritorno in presenza delle scuole superiori. Ma sempre tuto condizionato all’andamento della curva epidemiologica e degli altri indicatori. In fondo, lo aveva sintetizzato lo stesso premier, Mario Draghi in conferenza stampa su campagna vaccinale e andamento della pandemia a livello italiano ed europeo. «Le nuove misure dipendono dai dati. Dopo un anno di sofferenza, sappiamo molto sulle fonti di contagio», e sulle misure che servono per limitare la diffusione del virus. Le restrizioni «non sono campate per aria» ma sono calibrate sulla situazione reale. In conclusione, «è desiderabile riaprire, ma la decisione dipende esclusivamente dai dati».
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, si è limitato a riconfermare il criterio della suddivisione delle Regioni in zone cromatiche. Nessuna anticipazione sul ripristino della zona gialla al momento sospesa (l’orientamento è di aspettare fine mese) o sulla istituzione della cosiddetta zona gialla rafforzata, soprattutto sul fronte restrizioni per bar e ristoranti: si parla di servizio al tavolo fino a pranzo o addirittura fino alle ore 16:00 ma al momento nulla di confermato. Dibattito aperto anche sulla riapertura dei confini regionali: se verrà riconfermato come previsto lo stop alle zone gialle, gli spostamenti resteranno bloccati di conseguenza.
Non si può invece escludere che, dati permettendo, si preveda maggior flessibilità da maggio. Ma non subito. Di fatto, il prossimo decreto rinnoverà le attuali misure in vigore: sospensione zona gialla, divieto di visite a parenti e amici in zona rossa, blocco degli spostamenti tra regioni, chiusura per bar e ristoranti, cinema, teatri e musei, piscine e palestre. L’unica verà novitò è la scuola: in presenza fino alla prima media anche in zona rossa, in zona arancione fino alla terza media e al 50% nelle superiori. Seconde case anche in zona rossa se lo consentono le ordinanze locali.
Gli spazi che si aprono vengono dunque utilizzati per riaprire le scuole per i più piccoli. La decisione di limitarsi al primo ciclo di istruzione e al primo anno delle medie inferiori in zona rossa è determinata dal fatto che questa viene considerata la misura più adeguata in base al rischio contagio. Ci sono evidenze del fatto che la scuola fino alla prima media non si trasforma in un volano di contagio. Mentre lo sono altri elementi, come il trasporto e le attività parascolastiche, collegate all’aumento dell’età scolastica. La stessa considerazione viene sottolineata nello spigare il motivo per cui non si prevedono allentamenti generalizzati di altre misure in concomitanza con la riaperture delle scuole.
Sui vaccini, Draghi ha ribadito la necessità di rispettare nel modo più stringente possibile il criterio dell’età e della fragilità sanitaria. Il Governo sta preparando una misura ad hoc nel prossimo provvedimento per vietare al personale sanitario che ha rifiutato il vaccino di lavorare in corsia, o comunque a stretto contatto con i pazienti. Speranza ha sottolineato comunque che, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di casi isolati. Ad ogni modo, pur se limitati necessitano di una apposita norma.