Il Decreto Sostegni si avvicina all’approvazione in Consiglio dei Ministri ma cambiando ancora pelle: a quanto emerge dalle ultime indiscrezioni, manca l’accordo tecnico sulle misure di pace fiscale da inserire nel provvedimento. In particolare, sulla sanatoria delle cartelle fino a 5mila euro (compresi contestazione, sanzioni e interessi), affidate all’agente della riscossione dal 2000 al 2015 con l’obiettivo di svuotare in parte il magazzino dei ruoli inesigibili.
Già questo è uno dei primi nodi: rispetto al totale, si tratterebbe di una percentuale esigua 61,5 milioni di vecchie cartelle per un controvalore di 70 miliardi di euro rispetto ad un totale di 987 miliardi di debiti. Ma se da un lato ci sono forze che vorrebbero estendere lo stralcio anche ai ruoli successivi al 2015 (in primis il PD), dall’altro ci sono altre voci (in particolare quella dei sindacati) che guardano alla misura come ad un condono fiscale mascherato, preferendo quindi valutare formule anti-furbetti che meglio centrino il perimetro dei contribuenti in reale difficoltà.
In realtà, non mancano neppure le ipotesi di ridurre l’arco temporale dello stralcio automatico dal 2000 al 2011, introducendo però ulteriori agevolazioni. Insomma, la situazione resta fluida, anche se i tempi stringono: il Decreto Sostegni
In attesa di capire se ci sarà la fumata bianca entro venerdì 19 maggio, già si delinea all’orizzonte un un Sostegni bis con le misure di rilancio per il mondo d’impresa, già anticipato nei giorni scorsi dal governo, e previsto entro fine aprile.
Prima, infatti, si dovrà chiedere un nuovo scostamento di bilancio da 25 miliardi in sede di DEF (previsto per aprile), necessario a finanziare le misure che non trovano posto nel primo decreto da 32 miliardi, che a questo punto non può ulteriormente tardare ad essere approvato, vista la situazione in cui versa il Paese e le diverse proroghe già annunciate e non ancora emanate (come quelle dalla riscossione e della Certificazione Unica).