Mentre si attende il decreto Sostegni con gli indennizzi alle attività economiche penalizzate dal Covid, si parla già di ulteriori aiuti alle imprese, da inserire in un successivo provvedimento, per il quale servirà un nuovo scostamento di Bilancio. Lo aveva anticipato il sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon. E una conferma arriva dal premier, Mario Draghi, che nel discorso pronunciato in occasione della visita al centro vaccinale anti Covid di Fiumicino ha dichiarato l’intenzione «di proporre al Parlamento, in occasione della presentazione del Documento di Economia e Finanza, un nuovo scostamento di bilancio».
Intanto, ci sono anche nuovi dettagli sul metodo di calcolo dei ristori alle Partite IVA: si era parlato di quattro aliquote poi ridotte a tre, mentre ci sono diverse ipotesi sulla loro entità. In base alle ultime indiscrezioni, l’aliquota più alta sarebbe pari al 25%. Vediamo tutto.
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Ristori a fondo perduto
Durigon ha fornito indicazioni sulla platea di imprese e Partite IVA destinatarie degli indennizzi. Si parla di 2,8 milioni di soggetti, che in media riceveranno (con il decreto Sostegni) intorno ai 4mila 200 euro ciascuno. Un ristoro che rappresenta un aiuto ma, come ha sottolineato lo stesso Durigon, «non sarà mai pari a ciò che oggi effettivamente c’è stato come calo fatturato». In base ai calcoli dei tecnici dell’esecutivo, nel 2020 la perdita di fatturato del sistema privato italiano è stata pari a 400 miliardi di euro.
In ogni caso, il meccanismo dell’indennizzo sarà quello fin qui previsto: basato non più sui codici ATECO, ma sul calo di ricavi dell’intero 2020 rispetto a quello 2019. Ne avranno diritto solo aziende e professionisti che hanno perso almeno il 33% di ricavi / compensi rispetto all’anno precedente. E saranno previste specifiche aliquote di rimborso, basate sul giro d’affari. L’ipotesi iniziale, di quattro aliquote dal 30 al 15%, sembra essere stata abbandonata. Ci sono bozze che indicano tre sole aliquote, 20, 15 e 10%, rispettivamente per ricavi fino a 400mila euro, fra i 400mila e 1 milione di euro, e infine fra 1 e 5 milioni di euro. E ora si parla anche di quattro aliquote, partendo però dal 25% (sempre riferito a imprese che fatturano fino a 400mila euro).
Le certezze sulla quantificazione precisa si avranno solo quando verrà approvato il decreto, previsto dal 15 marzo in poi. Quali che siano le aliquote, il meccanismo funzionerà nel seguente modo: si calcola la perdita di fatturato, e a questa cifra si applica l’aliquota prevista per la propria fascia di ricavi. Esempio: una Partita IVA che nel 2019 ha fatturato 300mila euro ed ha perso nel 2020 150mila euro, se il decreto stabilirà un’aliquota di rimborso del 25% per chi fattura fino a 400mila euro, allora questa attività avrà diritto a un rimborso pari al 25% di 150mila euro, ossia circa 37mila euro. Se si riparametrasse su base mensile l’indennizzo sarebbe pari a 3.125 euro, ma il governo ha smentito che i ristori saranno calcolati su un solo mese o un solo bimestre (come circolato in alcune bozze del decreto). Di fatto, finché non sarà resa nota la versione finale del decreto, non c’è certezza se l’aliquota sarà applicata sull’intera perdita annua (nell’esempio 150mila euro) oppure su tale perdita sarà divisa per dodici (in questo caso, 12mila euro) così da ottenere una media mensile. Si consideri anche che, in base alle anticipazioni, l’indennizzo minimo è di mille euro per le persone fisiche e di 2mila euro per le società. Mentre il massimo è di 150mila euro.
Nuovi aiuti ad aprile
Come detto, il Governo inizia anche a pensare a nuovi aiuti. Durigon anticipa che in aprile, in sede di discussione sul DEF (Documento di Economia e Finanza), verrà chiesto un nuovo scostamento di bilancio per finanziare ulteriori aiuti per le Partite IVA. Non ci sono, al momento, altri dettagli sulla tipologia di sostegno che potrà essere prevista (nuovi indennizzi, agevolazioni fiscali, prestiti garantiti).
Le altre misure
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Infine, ricordiamo che il decreto Sostegni conterrà, oltre agli indennizzi per le imprese, risorse per particolari settori economici (come il turismo), nuovi bonus (ad esempio, per gli stagionali) e ammortizzatori sociali, la proroga blocco licenziamenti e misure di pace fiscale.