Il Ministero dell’Economia del nuovo esecutivo Draghi ha avviato i lavori sul Recovery Plan, interrotti due mesi fa con lo scoppio della crisi di Governo, che ha poi portato alla caduta del Conte bis. E intanto manca sempre meno alla scadenza entro cui è necessario sottoporre a Bruxelles la nuova versione del PNRR che incamera i primi rilievi UE e, in base alle anticipazioni, si parte con tre fascicoli fondamentali per il piano di ripresa e resilienza: infrastrutture, istruzione e sanità. Su cui è previsto un primo scambio di vedute con la Commissione Europea entro la metà del mese.
Dunque, per il 15 marzo saranno consegnate le revisioni sulle prime tre missioni del PNRR. A lavorare sul testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, su cui si basa il Recovery Plan italiano, è un team dedicato di economisti e funzionari del MEF, guidato da Carmine Di Nuzzo, che riporta al ministro dell’Economia, Daniele Franco.
Sugli altri tre dossier del PNRR – digitalizzazione, ambiente ed energia – si attendono i contributi degli altri membri del team, ossia il Ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e quello per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, Vittorio Colao. Il PNRR nella sua completezza dovrebbe essere sottoposto alla Commissione UE entro aprile.
L’obiettivo del necessario lavoro di “restyling” dello schema di Recovery Plan approvato dall’ex Governo Conte, è quello di dettagliare i progetti ivi contenuti, così che risultino concretamente perseguibili ed oggettivamente sostenibili, all’insegna della massima trasparenza su milestone, tempistiche e costi, tenendo conto anche degli impatti sul PIL di ogni misura (come richiesto dalla UE).