I contagi da Cavid-19 stanno aumentando, anche per via delle varianti del virus: le Regioni corrono ai ripari con ordinanze locali anticipando il tradizionale bollettino del venerdì in base al quale vengono stabilite le fasce di rischio e le relative collocazioni cromatiche: la Lombardia dalla mezzanotte del 5 marzo è in zona arancione rafforzata fino al 14 marzo. Bologna e Modena sono dal 4 marzo in zona rossa, con le intere province. In vista potrebbe esserci il “cartellino rosso” per l’intera Emilia Romagna, così come per la Campania. Intanto, l’Emilia Romagna diventa rosso scuro per la classificazione Ue, che comporta particolari misure di sicurezza per chi viaggia (che non impattano però sulle regole nazionali). Vediamo tutto.
Lombardia
La Regione Lombardia ha autonomamente deciso di collocarsi interamente in zona arancione scuro, con specifica ordinanza. Le nuove limitazioni riguardano in particolare spostamenti e scuole. Nel dettaglio:
- chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado e gli istituti per l’infanzia (asili), mentre restano aperti i soli nidi;
- divieto di andare nelle seconde case,
- divieto di andare a trovare amici e parenti in abitazioni private,
- accesso attività commerciali limitato ad un solo componente per nucleo familiare,
- divieto di utilizzare le aree attrezzate per gioco e sport all’interno di parchi, ville e giardini pubblici, fatta eccezione per le persone affette da disabilità,
- obbligo di mascherine chirurgiche o presidi analoghi di protezione delle vie respiratorie sui mezzi di trasporto pubblici.
L’ordinanza ricomprende anche tutte le misure precedentemente adottate a livello locale, quindi in pratica ora le regole sono uniformi in tutta la Regione. Come detto, è in vigore dal 5 al 14 marzo, ma è prevista «eventuale proroga sulla base dell’evoluzione del contesto epidemiologico».
Emilia Romagna
In Emilia Romagna, dal 4 al 21 marzo, zona rossa nelle intere province di Bologna e Modena e zona arancione scuro in quella di Reggio Emilia.
- Nelle zone rosse, si applicano le norme nazionale previste dal DPCM, quindi non si può uscire di casa se non per motivi di salute, lavoro o necessità, sono chiuse tutte le attività commerciali con l’eccezione di quelle considerate essenziali (dal 6 marzo, chiudono anche parrucchieri e barbieri), e sono chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado. Dal 6 marzo, chiudono anche gli asili nido.
- Nelle zone arancione scuro (oltre alla provincia di Reggio Emilia, anche i comuni che erano già collocati in questa fascia di rischio, quindi la Ausl Romagna a eccezione del distretto di Forlì, le province di Rimini, Ravenna e del Cesenate), stesse regole sugli spostamenti delle zone rosse. Non si può andare nelle seconde case o a far visita a parenti e amici. I negozi invece restano aperti. Scuole chiuse, ma asili e nidi aperti.
Infine, segnaliamo che l’Emilia Romagna è in zona rosso scuro nella mappa del rischio Ue, quindi chi viaggia fuori dall’Italia in entrata o uscita da questa Regione deve rispettare particolari protocolli di sicurezza: test alla partenza e all’arrivo, quarantena.
Mini zone
Ricordiamo che ci sono mini zone rosse anche in altri territori (Piemonte, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Sardegna), un lockdown da zona rossa nella provincia di Bolzano, e mini zone arancioni in altre Regioni gialle (Friuli, Lazio). La Sardegna che è l’unica Regione in zona bianca (pur avendo dei focolai da zona rossa a San Teodoro e alla Maddalena), ha annunciato l’intenzione di prevedere il test Covid all’ingresso a partire da lunedì 8 marzo.
Si attendono i tradizionali passaggi cromatici del venerdì. Attualmente, ci sono due Regioni rosse (Molise e Basilicata), dieci arancioni (Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania) e tutte le altre gialle. Come detto, viene ritenuto probabile il passaggio in zona rossa di Emilia Romagna e Campania. Fra i possibili passaggi dal giallo all’arancione, Veneto, Lazio, Liguria, Puglia.