Ci sono due novità sulla campagna vaccinale anti anti-SARS-CoV-2/COVID-19: si alza a 65 anni l’età delle persone a cui è possibile somministrare il vaccino Astrazeneca (finora previsto solo fino a 55 anni) come stabilito con specifica circolare del Ministero della Salute e diventa più concreta l’ipotesi di Governo di incrementare la disponibilità di vaccini in Italia coinvolgendo nella produzione le imprese locali. In base a quanto si apprende ne avrebbe parlato lo stesso premier, Mario Draghi, nel corso dell’ultimo Consiglio dei Ministri. Vediamo tutto.
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Vaccino Astrazeneca fino a 65 anni
Partiamo dal vaccino Astrazeneca, che viene inoculato per il momento al personale della scuola (non agli anziani over 80, che invece ricevono i vaccini Pfizer o Moderna), alle forse dell’ordine ed altri soggetti under 55 ritenuti prioritari. Nuove evidenze scientifiche, spiega il Ministero, «riportano stime di efficacia del vaccino superiori a quelle precedentemente riportate e dati di immunogenicità in soggetti di età superiore ai 55 anni, nonché nuove raccomandazioni internazionali tra cui il parere del gruppo SAGE dell’OMS». Anche l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e il Consiglio Superiore di Sanità hanno espresso parerei positivi in questo senso. Di conseguenza, il vaccino anti Covid di Astrazenca può essere offerto da 18 anni e fino ai 65 anni (nati dal 1956), con l’eccezione dei soggetti estremamente vulnerabili.
Le persone con aumentato rischio clinico di sviluppare il Covid, ma senza la connotazione di vulnerabilità possono invece ricevere il vaccino AstraZeneca. Il quale, in base al piano vaccinale, era previsto per le persone fra i 18 e 55 anni e ora viene invece previsto fino a 65 anni. Attualmente è in corso la campagna per determinate tipologie di persone a cui viene data priorità: personale scolastico e universitario docente e non docente, Forze armate e di Polizia, setting a rischio quali penitenziari e luoghi di comunità, personale di altri servizi essenziali.
Esclusi dall’Astrazeneca
In base alle definizioni contenute nel piano vaccinale, si considerano invece estremamente vulnerabili le persone con le seguenti patologie (che quindi non possono prendere il vaccino AstraZeneca anche se hanno meno di 65 anni):
- malattie respiratorie: fibrosi polmonari, patologie che necessitano di ossigenoterapia.
- Malattie cardiocircolatorie: scompenso cardiaco in classe avanzata (IV NYHA), pazienti post shock cardiogeno.
- Condizioni neurologiche e disabilità: sclerosi laterale amiotrofica; sclerosi multipla, paralisi cerebrali infantili, pazienti in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive e conviventi, miastenia gravis, patologie neurologiche disimmuni.
- Diabete: soggetti over 18 con diabete giovanile, diabete di tipo 2 e necessitano di almeno due farmaci ipoglicemizzanti orali o che hanno sviluppato una vasculopatia periferica con indice di Fontaine maggiore o uguale a 3.
- Altre endocrinopatie severe (quali morbo di Addison).
- Fibrosi cistica: con implicazioni respiratorie tipiche della patologia di base.
- Insufficienza renale/patologia renale: pazienti in dialisi.
- Malattie autoimmuni – immunodeficienze primitive: grave compromissione polmonare o marcata immunodeficienza e conviventi; immunodepressione secondaria a trattamento terapeutico e conviventi.
- Cirrosi epatica.
- Malattie cerebrovascolari: evento ischemico-emorragico cerebrale che abbia compromesso l’autonomia neurologica e cognitiva. Persone che hanno subito uno “stroke” nel 2020 e per gli anni precedenti con rankin maggiore o uguale a 3.
- Patologia oncologica e emoglobinopatie: pazienti onco-ematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di sei mesi dalla sospensione delle cure e conviventi. Genitori di pazienti sotto i 16 anni. Pazienti affetti da talassemia.
- Sindrome di Down.
- Trapianto di organo solido: in lista di attesa e sottoposti a trapianto emopoietico dopo tre mesi dal trapianto ed entro un anno dalla procedura.
- Grave obesità: con BMI maggiore di 35.
Si tratta di persone che sono inserite nella fase 2 della campagna e che quindi verranno vaccinate quando sarà terminata l’attuale fase dedicata agli over 80. Indipendentemente dall’età (quindi, anche per gli under 65), non prenderanno però il vaccino AstraZeneca.
Approvvigionamento e produzione vaccini
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Qui ci sono una serie di azioni del Governo per risolvere il problema delle forniture. Nel corso del CdM del 22 febbraio, il premier avrebbe indicato due strade:
- la possibilità di produrre vaccini in Italia mobilitando in questo senso l’industria farmaceutica,
- un’azione di coordinamento fra paesi UE in questo senso.
Giovedì 25 febbraio è in agenda un vertice fra il ministero dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e Farmindustria, per verificare la fattibilità di questo piano.
Farmindustria sta intanto svolgendo un censimento veloce dei propri associati per verificare la disponibilità di aziende e impianti e capire quali sono le fasi di produzione che si potrebbero attivare (produzione vera e propria del vaccino o anche solo infialamento del vaccino già prodotto). Il coinvolgimento delle autorità UE serve soprattutto per risolvere i problema legati ai brevetti sui farmaci.
Questo strada al momento è solo all’inizio, come detto il Governo sta verificando se e come si potrebbe mettere in pratica. In ogni caso, stiamo parlando di un programma non a brevissima scadenza. Anche impianti già predisposti per la produzioe ci metterebbero da quattro a sei mesi per produrre le prime dosi. Ad ogni modo, il progetto di produrre i vaccini è in effetti a medio lungo termine, tenendo conto dell’esigenza di continuare ad avere approvvigionamento di siero anti Covid anche quando sarà passata la fase emergenziale ma resterà necessario tenere la popolazione in sicurezza.