Conto alla rovescia per la presentazione del programma di Governo alle Camere: il 17 febbraio è in agenda la presentazione in Senato da parte del premier Mario Draghi, che poi sarà alla Camera giovedì 18. Il Premier parla al Senato nella mattinata di mercoledì, quindi l’assemblea di Palazzo Madama vota la fiducia al Governo, e giovedì analogo passaggio alla Camera. Vista l’ampia maggioranza che sostiene l’esecutivo, il voto è scontato. Meno certezze, invece, sul programma di Governo vero e proprio, sul quale si avvicendano ipotesi e si intensifica il dibattito politico.
Per quanto concerne i contenuti del programma, infatti, si moltiplicano le indiscrezioni mentre ci sono alcuni punti fermi legati alle priorità. Che ormai sono note: nell’immediato il piano vaccinale e i nuovi Ristori alle categorie economiche colpite dal Covid, nel medio e lungo periodo, il Recovery Plan e le riforme.
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Il Presidente del Consiglio fino a questo momento non ha rilasciato dichiarazioni. I punti fermi che si possono individuare in relazione al suo programma restano quindi le parole pronunciate al momento dell’accettazione dell’incarico di formare il nuovo Governo e gli orientamenti seguiti per la scelta dei ministri. Draghi ha indicato come primo obiettivo: «combattere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini, rilanciare il Paese».
Se confrontiamo queste dichiarazioni con le scelte effettuate in sede di formazione del Governo, vediamo subito che il ministro della Salute, Roberto Speranza, è stato confermato. Quindi, su questo fronte la linea è all’insegna della continuità con il precedente Governo. Nonostante le polemiche legate allo stop in extremis della ripresa per la stagione sciistica (prevista per il 15 febbraio e slittata per il momento al 4 marzo). Al di là del dibattito, il Governo ha già fatto sapere che saranno previsti specifici ristori per le categorie danneggiate.
I decreto Ristori quinquies sarà quindi uno dei primi provvedimenti del nuovo Governo. Ma è difficile fare previsioni perchè i ministri economici sono cambiati: Draghi ha scelto un tecnico, Daniele Franco, all’Economia in sostituzione di Roberto Gualtieri, mentre ha affidato lo Sviluppo Economico a Giancarlo Giorgetti (Lega), in sostituzione di Stefano Patuanelli (M5S), il quale è passato all’Agricoltura (al posto di Teresa Bellanova), mentre il Lavoro è andato ad Andrea Orlando, sostituendo Nunzia Catalfo (M5S). Però sembra difficile prevedere un forte scostamento rispetto alle attese sul Ristori 5, anche in considerazione dell’urgenza del provvedimento. Il Ristori 5 si può inserire nell’obiettivo, fissato dallo stesso Draghi, di «fornire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini».
In questo capitolo si inseriscono anche le decisioni sul mondo del lavoro: a fine marzo scade il divieto di licenziamenti e forte attenzione resta anche sul tema degli ammortizzatori sociali. Su questo fronte, Draghi ha già ascoltato le parti sociali e il ministro Orlando ha già aperto un tavolo, con i colloqui che si stanno svolgendo in questi giorni.
Sul fronte vaccinazioni anti Covid si torna all’ipotesi di continuità. Ma con qualche miglioramento in termini di efficienza.
Si può prevedere che Draghi si soffermerà su questo punto in sede di presentazione di programma, in considerazione dell’importanza della campagna vaccinale, sottolineata anche in sede di consultazioni. Le anticipazioni di stampa parlano di intensificazione degli sforzi organizzativi per la somministrazione del vaccino.
In particolare nelle scuole. Esistono ipotesi in base alle quali l’Italia potrebbe decidere di innalzare a 65 anni l’età limite per la somministrazione del vaccino AstraZeneca, come fatto in Francia e Germania. Ma, è bene sottolinearlo, sono solo ipotesi. Sul tavolo ci sono anche altri temi legati al vaccino: l’indicazione di una nuova autorità che se ne occupi, la richiesta di alcune Regioni del Nord Italia di poter acquistare dosi di vaccino anche al di fuori del piano nazionale. Ma per ora questi sono solo elementi di dibattito.
Infine, il rilancio del Paese. Qui si attendono risposte da parte di Draghi: fisco, pensioni, ammortizzatori sociali, giustizia. Il piatto forte è il Recovery Plan, ovvero il piano di ripresa e resilienza (PNRR) che deve spendere i 209 miliardi che l’Europa ha destinato all’Italia. Non ci sono anticipazioni ma molte richieste, sia da parte delle forze di maggioranza sia dalle parti sociali. Certo, una prima scelta è già stata fatta, con la formazione di un ministero specifico sull’ambiente (affidato a un supertecnico, Roberto Cingolani). Quindi, la sostenibilità sarà prevedibilmente al centro delle politiche per la ripresa.