Ora che il Parlamento Europeo ha approvato il regolamento di governance del Recovery Fund, ovvero il Recovery e Resilience Facility (RRF) che definisce obiettivi, risorse e modalità di accesso e di utilizzo del fondo europeo (672,5 miliardi di euro) volo a supportare gli Stati Membri nei programmi di contrasto al Covid e di rilancio economico post pandemia, è necessario che l’Italia presenti entro aprile il proprio Recovery Plan, o meglio il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Solo così potremo accedere alle risorse previste per il nostro Paese dal Recovery Fund.
Vediamo dunque quali sono i progetti che l’Italia intende attuare con i 209 miliardi di euro finanziati dall’Unione Europea.
PNRR: i progetti in cantiere
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano si articola in 6 punti, o meglio sei missioni, che rappresentano delle aree tematiche strutturali di intervento stabilite secondo i paletti e le raccomandazioni della Commissione UE:
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M1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
- C1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pubblica Amministrazione
- C2 Digitalizzazione e Innovazione del sistema produttivo
- C3 Turismo e Cultura 4.0
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M2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica
- C1 Impresa Verde ed Economia Circolare
- C2 Transizione Energetica e Mobilità locale Sostenibile
- C3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
- C4 Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica
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M3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile
- C1 Alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale 4.0
- C2 Intermodalità e logistica integrata
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M4 – Istruzione e ricerca
- C1 Potenziamento delle competenze e diritto allo studio
- C2 Dalla ricerca all’impresa
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M5 – Inclusione e coesione
- C1 Politiche per il Lavoro
- C2 Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore
- C4 Interventi speciali di coesione territoriale
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M6 – Salute
- C1 Assistenza di prossimità e telemedicina
- C2 Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria
L’obiettivo, come si legge nell’ultima versione del PNRR approvata dal Consiglio dei Ministri il 12 gennaio 2021, è di affrontare le profonde trasformazioni imposte dalla duplice transizione, ecologica e digitale, una sfida che richiede una forte collaborazione fra pubblico e privato. Si punta inoltre al rafforzamento del ruolo della donna e al contrasto alle discriminazioni di genere, all’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno. Priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite con un approccio integrato e trasversale.
=> Scarica il PNRR approvato dal CdM
Vengono inoltre individuati dei cluster tematici, già previsti nelle Linee guida di settembre:
- l’innovazione e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione;
- la reingegnerizzazione dei procedimenti amministrativi attraverso la loro digitalizzazione;
- lo sviluppo di infrastrutture e servizi digitali (i.e. cloud e data center);
- il completamento della fibra ottica e lo sviluppo successivo del 5G;
- la digitalizzazione delle filiere strategiche per il paese, a cominciare da quelle di eccellenza;
- la neutralizzazione del digital divide;
- la transizione x.0 del sistema imprese (dal punto di vista dei provvedimenti del governo siamo già all’industria 4.0 Plus);
- l’investimento in Ricerca e Sviluppo nella prospettiva del trasferimento tecnologico.
Entrando nel dettaglio della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, vengono indicati come obiettivi specifici:
- la trasformazione digitale del settore pubblico;
- il rafforzamento del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica;
- la realizzazione della interoperabilità delle banche dati;
- la promozione dell’innovazione, delle capacità e del merito;
- la semplificazione sistematica dei procedimenti amministrativi, riducendone tempi e costi;
- la digitalizzazione dei procedimenti giudiziari e l’accelerazione, all’interno di un quadro di riforma condiviso, dei tempi della giustizia;
- il sostegno all’innovazione e alla competitività del sistema produttivo, con particolare attenzione alle PMI ed alle filiere produttive;
- la realizzazione della Banda larga, del 5G e del monitoraggio satellitare;
- il rilancio in chiave sostenibile dei settori del turismo e della cultura, elevando i livelli dei servizi turistici, culturali e creativi, supportando le transizioni digitale e verde e lo sviluppo socio-economico del Paese.
Per quel che, invece, riguarda la transizione digitale delle imprese vengono indicati come obiettivi specifici:
- il sostegno della transizione digitale e innovazione del sistema produttivo attraverso stimoli agli investimenti in tecnologie all’avanguardia e 4.0, ricerca e sviluppo, cybersecurity;
- la realizzazione di reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e satellitari, per l’ammodernamento e il completamento delle reti ad altissima capacità collegate all’utente finale nel Mezzogiorno e nelle aree bianche e grigie, nonché per garantire la connettività di realtà pubbliche ritenute prioritarie e strategiche, integrando le migliori tecnologie disponibili per offrire servizi avanzati per il comparto produttivo e della sicurezza (inclusa l’offerta di pacchetti di servizi per la gestione in sicurezza dei dati in cloud, la ridonanza delle reti strategiche, la costruzione di reti dedicate);
- lo sviluppo delle filiere produttive, in particolare quelle innovative, nonché del Made in Italy per aumentare la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali, utilizzando a tale scopo anche strumenti finanziari innovativi.