Ci sono nuovi richieste di lockdown totale per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, e in particolare il rischio che la nuove varianti comportino un nuovo peggioramento della pandemia. La proposta arriva da Walter Ricciardi, virologi e consigliere del ministero della Salute, che ritiene il lockdown l’unica misura efficace per combattere il Covid. Attenzione: Ricciardi parla a titolo personale, dichiarando anche di non avere su questo punto interpellato il ministro della Salute, Roberto Speranza, spiegando che però lo farà in settimana. In ogni caso, non c’è al momento da parte del Governo nessun segnale che indichi una strategia di inasprimento delle misure anti Covid. Ci sono senza dubbio molto pareri di diversi virologi ed il dibattito è acceso, in cui figurano anche posizioni contrarie.
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Come detto, è stato Ricciardi ad alimentare il dibattito, dichiarando che «è necessario un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata». L’esperto ritiene anche che vada potenziato il tracciamento e rafforzata la campagna vaccinale. Il motivo per cui Ricciardi propone un nuovo lockdown:
la strategia di convivenza col virus, adottata finora, è inefficace e ci condanna alla instabilità, con un numero pesante di morti ogni giorno.
Altri pareri di esperti: d’accordo con questa linea anche Andrea Crisanti, mentre sono contrari Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani (il quale ritiene che basta «applicare con severità le misure che abbiamo») e Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), convinto che la strategia da seguire sia spingere sulle vaccinazioni e rinunciare per qualche altra settimana ad attenuazione di colori e tentazioni di riaperture.
Ricciardi rilancia il dibattito in coincidenza con l’avvicendamento di Governo, auspicando che l’esecutivo guidato da Mario Draghi adotti misure restrittive più drastiche rispetto a quelle scelte dal Governo Conte. E’ importante sottolineare che non non ci sono ancora in questo senso indicazioni sulle intenzioni del Governo.
Al momento, il Dpcm con le norme anti Covid è in vigore fino al 5 marzo. E prevede, come è noto, la suddivisione in zone rosse, arancione e gialle, in base al livello di rischio contagio, con regole che cambiano a seconda della classificazione cromatica della Regione di appartenenza. Dopo settimane di miglioramento, l’indice Rt in base all’ultimo bollettino è aumentato, portandosi a 0,95, ed è salito il numero di Regioni in zona arancione (Abruzzo, Liguria, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Sicilia, Umbria). Tutte le altre Regioni sono in zona gialla.
A preoccupare, è in particolare la variante inglese. In base all’indagine di Istituto Superiore di Sanità, ministero della Salute e laboratori regionali, a livello nazionale la stima di prevalenza della cosiddetta variante inglese è pari a 17,8%. Un dato leggermente migliore a quello dei partner europei: in Francia e in Germania la preponderanza della variante inglese è sopra il 20%. Secondo il report, la variante inglese è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi. L’ISS ritiene necessario un attento monitoraggio della situazione, assicura che nei prossimi giorni l’indagine sarà ripetuta, per verificare la velocità di diffusione della nuova variante. Ma sottolinea che il vaccino attualmente in somministrazione è valido anche contro la variante inglese.
Le prime indicazioni sulle intenzioni di Governo arriveranno con ogni probabilità mercoledì 17 febbraio, giorno in cui il presidente del Consiglio, Mario Draghi, presenta il programma alla Camera e al Senato, per ottenere poi il voto di fiducia.