Mentre le Regioni partono con la vaccinazione degli anziani con più di 80 anni, in contemporanea viene avviata una nuova fase dei vaccini anti Covid, che coinvolge le persone fino a 55 di età non portatori di patologia concomitante delle seguenti categorie: personale scolastico e universitario docente e non docente, Forze armate e di Polizie, penitenziari e luoghi di comunità, personale di altri servizi essenziali.
Le linee guida del Ministero prevedono un criterio preciso per identificare gli aventi diritto, sia in base a determinate priorità, sia in relazione al tipo di vaccino che viene somministrato. Molto in sintesi, a coloro che vengono vaccinati contro il Coronavirus nell’ambito della fase 1 vengono somministrati i vaccini di Pfizer e Moderna, mentre agli under 55 viene destinato il vaccino Astrazeneca. Al momento, sono questi i tre i vaccini approvati dall’European Medicines Agency (EMA), quindi vengono utilizzati nella campagna vaccinale.
Nell’ultimo aggiornamento dell’Istituto Superiore di Sanità sul piano vaccini, viene sottolineato che l’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, in ragione della maggiore robustezza delle evidenze di efficacia, ha stabilito «un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA messaggero (mRNA) nei soggetti anziani e/o a più alto rischio di sviluppare una malattia grave, mentre l’indicazione per il vaccino AstraZeneca resta preferenziale per la popolazione tra i 18 e 55 anni di età e senza patologie gravi, per la quale sono disponibili dati più solidi». Dunque, questo è il criterio generale che viene seguito per proseguire la campagna vaccinale. Nelle pratica, le nuove fasi risultano di più difficile gestione, perché le Regioni devono organizzarsi per somministrare efficacemente il farmaco.
Mentre le vaccinazioni del personale sanitario e nelle RSA sono state gestite dalle strutture di appartenenza in base ai piani regionali, il coinvolgimento di anziani over 80 e persone under 55 destinatarie degli altri vaccini in base alle priorità, richiedeal paziente di attivarsi per ricevere il vaccino, organizzando di volta in volta le modalità di somministrazione (in genere attraverso i medici di famiglia, ma non solo).
Vaccino agli over 80
Le Regioni che hanno già iniziato a somministrare il vaccino alle persone anziane con almeno 80 anni sono il Lazio, il Trentino Alto Adige e la Val d’Aosta. Ci sono poi Regioni che hanno già aperto le prenotazioni (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Campania, Abruzzo) e altre che prevedono di farlo entro la fine del mese (Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Umbria). Alcune hanno invece scelto di procedere non attraverso un sistema di prenotazione da parte degli interessati, ma al contrario attraverso elenchi di priorità previsti dai medici di famiglia i quali poi contattano i pazienti da vaccinare fornendo tutte le indicazioni (Piemonte, Toscana, Puglia). Infine, ci sono Regioni che non hanno ancora comunicato le modalità con cui procederanno.
Vaccino agli under 55
Per quanto riguarda il vaccino agli under 55, il piano è ancora in fase iniziale, e le somministrazioni non sono ancora partite. Ci sono però le indicazioni del Ministero, e alle Regioni stanno arrivando le dosi da distribuire ai pazienti. In base al piano, la priorità va a personale scolastico e universitario docente e non docente, Forze armate e di Polizia, penitenziari e luoghi di comunità, personale di altri servizi essenziali. Queste vaccinazioni, lo ripetiamo, procederanno in contemporanea con la fase 1 del piano.
Fasi successive
Sono state poi definite le fasi successive, che prevedono il seguente ordine di priorità:
- persone estremamente vulnerabili (con patologie precisamente definite), di almeno 16 anni di età: vaccini RNA (Pfizer e Moderna),
- persone di età compresa tra 75 e 79 anni; vaccini RNA,
- persone di età compresa tra i 70 e i 74 anni: vaccini RNA,
- persone dai 16 ai 69 anni con patologie che aumentano il rischio clinico: vaccini RNA,
- persone fra i 55 e i 69 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico: vaccini RNA
- persone di età compresa tra i 18 e 54 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico: vaccino AstraZeneca.
Quale vaccino a chi
Riassumendo, il vaccino AstraZeneca viene somministrato esclusivamente a persone fino ai 55 anni di età. C’è una prima fase, che parte nelle prossime settimane, che coinvolgerà determinate categorie (personale scolastico, forze armate e polizia, penitenziari e luoghi di comunità, servizi essenziali). E poi verrà somministrato agli altri under 55. Tutte le altre tipologie di persone riceveranno i vaccini Pfizer o Moderna, in base alle priorità sopra indicate.
Prossimi vaccini
Segnaliamo che in arrivo ci sono altri vaccini, il primo di cui si attende l’approvazione è quello di Johnson & Johnson. Dovrebbe essere esaminato dall’EMA entro la fine di marzo, il piano italiano ne prevede la somministrazione a partire dal secondo trimestre. Questo vaccino si basa su una tecnologia ancora diversa rispetto a quelle già sul mercato, e non richiede il richiamo (si somministra quindi in una sola dose, mentre tutti e tre i vaccini attualmente utilizzati richiedono due somministrazioni). Quando questo vaccino sarà disponibile, il piano fornirà indicazioni precise sulla tipologia di pazienti a cui somministrarlo.
Infine, i numeri sulla campagna vaccinale. In base ai dati aggiornati al 10 febbraio, sono state vaccinate 1,2 milioni di persone, e ce ne sono altre 300mila a cui è stata somministrata la prima dose (devono fare il richiamo). Le somministrazioni sono pari a 2,7 milioni. Sul portale del Miinistero della Sanità dedicato alla campagna vaccinale è possibile cliccare sulle singole Regioni per sapere esattamente, in ogni zona, quante dosi sono state consegnate, somministrate, e a chi.