Recovery Plan approvato in CdM: le misure e il nodo politico

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 13 Gennaio 2021
Aggiornato 25 Aprile 2021 19:50

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Recovery Plan: il Consiglio dei Ministri approva lo schema di PNRR senza le risorse del MES, spaccatura di maggioranza, Governo in crisi.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di Recovery Plan italiano, ossia la proposta di finanz (PNRR) da inviare alle Camere per la valutazione parlamentare. L’approvazione non ha incassato il voto dei Ministri Elena Bonetti e Teresa Terranova (Italia Viva), che si sono astenute.

Come noto, il dibattito politico interno alla maggioranza è legato a doppio nodo all’utilizzo delle risorse del MES, che il partito di Matteo Renzi avrebbe voluto inserire nella programmazione del Recovery Plan mentre il resto dell’Esecutivo, Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in testa, boccia categoricamente, definendo la sede non appropriata alla discussione del caso.

Dunque, con la crisi di Governo in atto e il braccio di ferro tra Renzi e Conte, guadagna comunque una casella il Recovery Plan da sottoporre a Bruxelles, in attuazione del programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 con le misure urgenti a sostegno della crisi socio-economica legate alla pandemia da COVID-19.

I progetti

Gli ambiti di intervento del PNRR italiano sono guidati da obiettivi connessi ai tre assi strategici condivisi a livello europeo (digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale), attraverso un approccio integrato e una declinazione orizzontale e trasversale delle misure, così da contrastare le disuguaglianze di genere, favorire lo sviluppo di nuove competenze, incrementare le prospettive occupazionali dei giovani, potenziare lo sviluppo del Mezzogiorno.

Il Piano italiano si articola in 6 missioni (che raggruppano 16 componenti e 47 linee di intervento):

  • digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
  • rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  • istruzione e ricerca;
  • inclusione e coesione;
  • salute.

Le risorse

Le risorse allocate nelle sei missioni sono pari a circa 210 miliardi di euro di cui 144,2 miliardi finanziano nuovi progetti (tra cui rete ferroviaria veloce, portualità integrata, trasporto locale sostenibile, banda larga e 5G, ciclo integrale dei rifiuti, infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno), mentre 65,7 miliardi potenziano progetti in essere. Gli incentivi agli investimenti privati costituiscono il 21%. I singoli progetti di investimento sono stati selezionati in base al loro impatto sull’economia e sul lavoro.

Nei primi tre anni, la maggior parte degli investimenti e dei nuovi progetti sarà sostenuta da sovvenzioni. Il primo 70% impegnato entro fine 2022 e speso entro fine 2023, il restante 30% nel 2023-2025.  Nel periodo 2024-2026 l’ago della bilancia si sposterà sui prestiti.

Allocazione risorse

Secondo il Governo, la valutazione dell’impatto complessivo di investimenti, trasferimenti, incentivi e riforme sarà possibile solo quando tutti i dettagli dei progetti e delle riforme connesse saranno definiti.