Recovery Plan: il Governo sposta le risorse

di Barbara Weisz

Pubblicato 8 Gennaio 2021
Aggiornato 25 Aprile 2021 19:50

Nuova bozza di Recovery Plan italiano, più risorse per Sanità, Istruzione, Turismo e cultura: come cambia il piano italiano.

Sanità, istruzione e infrastrutture sono i tre capitoli che escono rafforzati dalla nuova bozza del Recovey Plan messa a punto dal Governo per andare incontro alle richieste di parte della maggioranza, mentre il clima resta acceso. Innanzitutto, c’è un aumento delle risorse spese, che salgono a 222 miliardi, sommando ai soldi che arrivano da Bruxelles quelli del Fondo sviluppo coesione per il Sud. In secondo luogo, c’è una redistribuzione che va a irrobustire una serie di capitoli considerati strategici, a partire dalla Sanità. Per la quale ci sono ora 19,7 miliardi (oltre il doppio rispetto ai 9 miliardi inizialmente previsti). Questo resta uno dei fronti più caldi di dibattito, con nuove richieste di potenziamento in considerazione del ruolo strategico del settore emerso con la pandemia.

In vista, nuovi vertici con i capidelegazione, in particolare di Italia Viva. Al di là del dibattito politico, i tempi di approvazione sono ormai stretti, il PNRR che utilizza i 209 miliardi di risorse di Next Generation Ue destinati all’Italia dovrebbe essere approvato la prossima settimana, per iniziare poi l’iter parlamentare.

Vediamo intanto gli elementi fondamentali del Recovery Plan. L’attuale bozza potenzia assistenza di prossimità, telemedicina e innovazione. L’obiettivo resta sempre lo stesso: potenziare e riorientare il servizio sanitario nazionale verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria, superare la frammentazione e il divario strutturale tra i diversi sistemi sanitari regionali garantendo omogeneità nell’erogazione dei Livelli Essenziali. Più risorse anche per innovazione, telemedicina, strumenti digitali, infrastrutture per ospedali sicuri e sostenibili.

Il capitolo più corposo resta quello dedicato alla transizione green, che però viene ridimensionato, con un taglio intorno ai 5 miliardi (le risorse previste scendono da 74 a 68,9 miliardi). Ci sono obiettivi su agricoltura sostenibile, economia circolare, energia rinnovabile. Su quest’ultimo fronte, specifiche linee di azione sulla mobilità sostenibile, il rilancio dell’industria italiana del trasporto pubblico.

Per quanto riguarda la riqualificazione energetica degli edifici, fra le altre cose è già stata introdotta in manovra la proroga al 2022 del superbonus al 110%. Infine, il capitolo dedicato alla tutela del territorio viene potenziato con una nuova linea progettuale di 500 milioni (di cui 200 del ReactEu) dedicata alle infrastrutture verdi urbane.

Altro potenziamento riguarda l’Istruzione, in particolare i capitoli relativi a potenziamento delle competenze e diritto allo studio, e la filiera ricerca e sviluppo, con nuovi interventi per 2 miliardi volti al finanziamento del fondo programma nazionale della ricerca, dei nuovi PRIN, e del fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca, in particolare nel Mezzogiorno. Ricordiamo che nell’ambito del pillar 2dalla ricerca all’impresa, c’è anche una direttrice specifica di sostegno all’innovazione nelle PMI attraverso dottorati innovativi e green.

=> Recovery Plan in Europa: cosa prevede la UE

Nell’ambito del pillar dedicato a innovazione e digitalizzazione, più risorse per turismo e cultura, anche qui con una dotazione più che raddoppiata. Ci sono 8 miliardi, dai precdenti 3,5. L’obiettivo generale resta incrementare il livello di attrattività del sistema turistico e culturale del Paese attraverso la modernizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali, la formazione ed il potenziamento delle strutture ricettive. Fra le novità, un nuovo progetto Cultura 4.0, per promuovere l’integrazione tra scuola, università, impresa e luoghi della cultura attraverso l’interazione tra le imprese creative ed artigianali con attività di formazione specialistica turistica, archeologica e di restauro. Gli interventi, si legge ancora, punteranno «a valorizzare in particolare la dimensione femminile, generazionale e territoriale del cluster, disegnando gli interventi in modo da destinare una quota significativa di risorse alle regioni del Mezzogiorno e agli ambiti di attività caratterizzati da un’incidenza relativamente elevata di professionalità femminile e giovanile».

Ricordiamo che il Recovery Plan è strutturato in sei macro aree di intervento, chiamate missioni, così organizzate e suddivise in ulteriori capitoli:

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 45,9 miliardi. Le componenti:“Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, Digitalizzazione e Innovazione del sistema produttivo, Turismo e cultura.
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica: 68,9 miliardi. Componenti: Impresa Verde ed Economia Circolare, Transizione energetica e mobilità locale sostenibile, Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica.
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile: 32 mld. Alta velocità di rete e manutenzione stradale 4.0, Intermodalità e logistica integrata.
  4. Istruzione e ricerca: 27,9 miliardi. Potenziamento delle competenze e diritto allo studio, Dalla ricerca all’impresa.
  5. Inclusione e coesione: 27,6 mld. Politiche per il lavoro, Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore, Interventi speciali di coesione territoriale.
  6. Salute: 19,7 mld. Assistenza di prossimità e telemedicina, Innovazione dell’assistenza sanitaria.