Il Recovery Plan europeo parte come previsto dal primo gennaio, con un pacchetto di aiuti economici da 750 miliardi di euro destinati ai diversi paesi per finanziare la ripresa post Coronavirus, dei quali 209 miliardi spettano all’Italia.
L’ostacolo rappresentato dal veto di Polonia e Ungheria, è stato superato nel corso del vertice del Consiglio Ue del 10 e 11 dicembre. I due paesi hanno accettato il meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto, sul quale però è prevista una dichiarazione interpretativa della Commissione.
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In ogni caso, parte il piano. Ufficializzato l’accordo sul Next Generation EU e sul Recovery Fund, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha spiegato: «Ora possiamo cominciare con l’attuazione e la ricostruzione delle nostre economie. Il nostro monumentale pacchetto di ripresa guiderà la transizione verde e digitale».
«L’Europa va avanti, 1.800 miliardi per alimentare la nostra ripresa e costruire una Ue più resiliente, verde e digitale – ha aggiunto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen – Congratulazioni alla Presidenza tedesca del Consiglio».
Adesso, la palla passa ai diversi stati, che devono presentare ciascuno il proprio PNRR – Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il nostro Governo, tuttavia, non ha ancora approvato il piano italiano, limitandosi ad iniziarne l’esame nelle seduta del Consiglio dei Ministri dello scorso 7 dicembre.
Il PNRR è quindi ancora in bozza, nella quale la voce più finanziata è quella legata a “rivoluzione verde e transizione ecologica, con 74,3 miliardi (qui ci dovrebbe essere fra le altre cose la proroga del Superbonus al 110%), seguita da digitalizzazione e innovazione, a cui vengono destinati 48,7 miliardi.
Altri capitoli: infrastrutture per una mobilità sostenibile 27,7 miliardi, istruzione e ricerca 19,2 miliardi, parità di genere 17,1 miliardi, sanità, infine, 9 miliardi. Obiettivo, crescita del PIL al 2026 superiore allo scenario base del 2,3%.