Alle regioni viene attribuito un indice di rischio, che si basa su diversi parametri (livello del contagio, pressione sugli ospedali, posti in terapia intensiva). A seconda dell’indice, la regione si trova in fascia 1, 2 o 3 (oppure gialla, arancione o rossa che dir si voglia) e deve adottare le misure anti-Coronvirus stabilite per il suo specifico livello di rischio. E’ il meccanismo previsto dal nuovo DPCM Covid del Governo, illustrato dal premier Giuseppe Conte alle Camere e atteso entro mercoledì 4 novembre.
=> Nuovo DPCM: Conte, stop spostamenti fra Regioni
Indici di rischio Covid
In tutto, sono stati individuati 21 criteri in base ai quali si ripartiscono le regioni nelle diverse fasce di rischio, fra cui RT (indice di contagio), numero dei casi sintomatici, ricoveri, casi nelle RSA, percentuale di tamponi positivi, tempo medio tra sintomi e diagnosi, numero di nuovi focolai, occupazione dei posti letto.
In base a un monitoraggio settimanale, le regioni possono in seguito passare da una fascia all’altra, attraverso un meccanismo automatico. Le tre fasce sono gialla (rischio basso), arancione (rischio medio), rossa (rischio alto).
E’ un’ordinanza del ministero della Salute a stabilire l’inserimento di una Regione in una delle tre aree, con conseguente attivazione automatica delle misure previste.
Restrizioni per fascia
Per sapere esattamente quali limitazioni vengono previste per ognuna delle diverse fasce di rischio, bisogna attendere il testo del provvedimento. Il premier ha anticipato quali saranno i paletti da rispettare per la prima fascia (rischio più basso), che ad oggi si applica all’intero territorio nazionale: chiusura dei centri commerciali nei festivi e nei weekend (ad esclusione di alimentari, tabacchi e farmacie al loro interno); chiusura di sale gioco, bingo e scommesse; chiusura di musei e mostre; riduzione al 50% della capienza dei mezzi pubblici; didattica a distanza in tutte le scuole superiori; coprifuoco, il cui orario è ancora da definire (intorno alle 21:00).
Le regioni con livello di rischio più elevato, che salgono in seconda fascia, dovranno poi applicare ulteriori limitazioni: si parla di bar e ristoranti chiusi tutto il giorno, didattica a distanza anche alle scuole medie (seconde e terze).
Nella terza fascia (a cui al momento sembrano candidati Lombardia e Piemonte, a rischio anche Puglia e Calabria), ci sarà un semi lockdown di tre settimane. Niente spostamenti senza autocertificazione, negozi chiusi. Misure comunque più soft rispetto al lockdown di primavera: dovrebbero restare aperti gli uffici pubblici, gli studi professionali, le industrie e le imprese. In ogni caso, non è consentita la mobilità da e verso regioni con un indice di rischio di livello 2 o 3.